Amalia Bruni (Pd): “I lavoratori della giustizia vanno valorizzati non liquidati”

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  16 settembre 2025 18:34

«Oggi in tutta Italia, e con una particolare determinazione davanti alle prefetture delle nostre province, le lavoratrici e i lavoratori precari della giustizia sono in piazza per difendere il proprio futuro e a loro va tutta la mia vicinanza e solidarietà. Non posso che condividere e rilanciare la loro rabbia e la loro preoccupazione di persone che hanno dato il proprio prezioso contributo al funzionamento del sistema giustizia e rischiano di essere messi da parte senza alcuna considerazione umana e professionale».

È quanto afferma Amalia Bruni, consigliera regionale e candidata al rinnovo del Consiglio regionale nelle elezioni del 5 e 6 ottobre per l’Area Centro, sottolineando l’importanza del ruolo svolto da oltre 12mila persone che, in questi anni, hanno garantito il funzionamento dei tribunali, delle corti d’appello e degli uffici del Ministero della Giustizia.

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«Parliamo – aggiunge Bruni – di donne e uomini che hanno reso più efficiente un settore già gravato da una cronica carenza di organico. Non possiamo permettere che dal giugno 2026 tutto questo venga cancellato insieme ai loro posti di lavoro. La giustizia non ha bisogno di precarietà, ma di stabilità, risorse e personale».

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La consigliera evidenzia come il lavoro dei tirocinanti della giustizia non possa essere considerato precario, perché «è indispensabile». «Il loro contributo – spiega – ha consentito agli uffici giudiziari di gestire meglio il carico di lavoro, migliorando concretamente l’efficienza del sistema giustizia. Allo stesso tempo, per loro, si tratta di un percorso formativo di grande valore, che permette di acquisire esperienza diretta e conoscenze fondamentali: dall’affiancamento ai magistrati, allo studio dei fascicoli, fino alla partecipazione alle udienze. Un bagaglio che rappresenta un arricchimento sia per la loro futura carriera legale sia per l’accesso ai concorsi pubblici».

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«Per tutte queste ragioni – conclude Bruni – questi lavoratori e queste lavoratrici vanno valorizzati, non certo liquidati. Il loro futuro deve coincidere con un rafforzamento del sistema giustizia e non con l’ennesima pagina di precarietà che il nostro Paese non può più permettersi».

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