Amalia Bruni sul Defr: “Documento economico tra utopie e piani di difficile realizzazione. Ma la realtà è un’altra”

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images Amalia Bruni sul Defr: “Documento economico tra utopie e piani di difficile realizzazione. Ma la realtà è un’altra”
Amalia Bruni
  07 dicembre 2023 18:30

 di AMALIA BRUNI
 
 
Il Documento Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) è piuttosto complesso, visto che si sviluppa su circa 400 cartelle e non è pensabile di analizzare tutti gli aspetti trattati. Quindi ho preso in esame due argomenti che rappresentano tematiche che da sempre seguo con attenzione: una è la questione demografica, l’altra riguarda la sanità. Per l’analisi demografica, riconosco che all’interno del DEFR si individua un approfondimento ben strutturato che tiene conto delle diverse sfaccettature legate alla nostra regione. L’analisi, infatti, non si limita a realizzare un puro censimento, mettendo in luce la diminuzione della popolazione sul nostro territorio, (cosa che ormai avviene da diversi anni) ma si concentra su diversi aspetti: l’andamento delle fasce di età, le aree a forte spopolamento, l’andamento demografico dei diversi settori d’impresa. Quello che viene fuori da questi dati è davvero preoccupante ed è bene che se ne tenga conto in maniera sistematica nel nostro fare politica e nel nostro impegno a favore dei calabresi. Una domanda mi preoccupa davvero tanto: cosa ne sarà della Calabria da qui ai prossimi venti, trenta anni? Non si può più sfuggire a questo quesito, occorre uno sforzo collettivo di presa in carico e di possibili risposte. Il timore è che divenga un grande villaggio vacanze che apre il 1 luglio e chiude il 30 settembre. 

Sicuramente non c’é una soluzione facile e immediata, ma come rappresentanti delle istituzioni non possiamo eludere una presa di coscienza sul tema: è necessario invertire la tendenza demografica della regione Calabria, soprattutto in un’ottica di tutela di quelle aree interne che – tenuto conto dell’andamento attuale – rischiano di scomparire. Invertire la tendenza significa implementare nuove strategie trasversali che abbracciano tutti i settori: dal lavoro alla cultura, dai trasporti alla modernizzazione, dai servizi sociosanitari all’ambiente. Visioni nuove, strutturate e indirizzate sul lungo periodo, in grado di affrontare i problemi del lavoro su tutto il territorio regionale, ma in particolare nelle aree interne e marginali. La prima vera chiave di cambiamento è rappresentata proprio dal lavoro: senza opportunità di lavoro centrate su qualità ed efficienza non saremo in grado di rallentare lo spopolamento, anzi la desertificazione cui stiamo andando incontro. Un’altra dimensione essenziale sulla quale dovremmo riflettere è come intenderemo garantire i servizi alle cittadine e ai cittadini calabresi a partire da quelli sanitari. Provare a puntare per esempio fortemente su telemedicina e integrazione di pluriprofessionalità. Bisogna ripensare a interventi inediti e di sostegno ma occorre cominciare subito. Non possiamo aspettare che nei nostri Comuni non ci sia più gente disposta a costruire futuro e speranza. 

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Entriamo maglio dunque in questo capitolo della sanità. Naturalmente visto che parliamo di un documento economico-finanziario, non si fa riferimento ai servizi ma ai dati economici. Il quadro complessivo che viene fuori è ancora fortemente incerto e mette in evidenza che, nonostante i diversi interventi legislativi, siamo ancora molto lontani da un processo di risanamento e di equilibrio finanziario del SSR. Si richiamano ripetutamente i bilanci adottati dalle aziende dell’SSR eppure, a distanza di sei mesi, ancora i bilanci consuntivi 2022 non sono stati approvati dal Commissario ad acta della Sanità, ovvero il Presidente Occhiuto. La stessa certificazione del disavanzo pregresso è di fatto arenata alla seconda fase di verifica; si conferma, per come già evidenziato dalla Corte dei Conti e dagli stessi bilanci, una montagna di contenziosi che ha provocato un fondo rischi complessivo di oltre 700 milioni. A questo bisogna aggiungere che, da due anni, risultano sospese le attività di recupero crediti in materia sanitaria e che, solo di recente – tra l’altro non per specifica richiesta di qualcuno ma, per l’avvio di una infrazione europea – è stata revocata la norma che lo impediva. Rischiamo tra breve un vero e proprio assalto alla finanza sanitaria, con costi impropri, quali interessi e spese legali che faranno sicuramente lievitare i costi in maniera significativa.

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E a proposito di costi impropri, nei giorni scorsi abbiamo chiesto l’audizione in Terza Commissione del Dirigente del Settore Finanziario del Dipartimento per avere chiarimenti circa l’uso dell’anticipazione di cassa da parte delle aziende, considerato che produce un costo di interessi importanti. Abbiamo seguito la vicenda dei bandi andati deserti sulla tesoreria unica regionale e ci auguriamo che a breve si possa passare alla tesoreria unica del SSR, per garantire omogeneità su tutto il territorio regionale, abbattendo spese improprie e assicurando migliori condizioni.

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Rispetto all’andamento finanziario del SSR nell’anno 2022 vorrei richiamare due dati assai considerevoli che non si ripeteranno più nei prossimi anni e che hanno inciso e determinato gli stessi provvisori risultati di bilancio. Mi riferisco al rimborso del payback per gli anni 2019, 2020, 2021 per un importo di 175.299.447,75 ml €; di 47.343.652,11 ml€ per il 2022. Se a ciò aggiungiamo che nell’annualità 2022 non è stata pagata la mobilità sanitaria passiva, mobilità che di media si aggira attorno a 250 milioni, abbiamo un impatto di poco meno di 500 milioni, tra entrate straordinarie e costi rinviati che nei fatti stravolge l’andamento finanziario del 2023. Parliamo di numeri non certo inventati ma richiamati nel DEFR, su questo vorrei che si riflettesse, senza proclami e senza pregiudizi. Infine, analizzando agli obiettivi che si prefigge il DEFR, viene fuori una visione ai limiti dell’utopia: si tratta più che altro di pure previsioni, auspici a volte completamente sganciati dalla realtà. Magari si realizzasse tutto ciò per davvero, ma se guardiamo ad esempio alla costruzione dei nuovi ospedali, nel Documento si ribadisce che entro il 2025 sarà completato il nuovo ospedale di Vibo, quando ancora purtroppo manca il progetto esecutivo e  a Palmi il NOP (Nuovo Ospedale della Piana) manca il PEF (Piano Economico Finanziario).

Ecco perché credo che siano previsioni troppo poco fondate sul reale andamento dei progetti nella nostra Regione. Per non parlare della partita che riguarda il PNRR in materia sanitaria, sulla quale nelle prossime settimane faremo una riflessione specifica, anche alla luce dei tagli imposti dal Governo e delle ricadute con cui la regione Calabria dovrà fare i conti.

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