Di seguito la nota stampa dell'Asd Sant'Onofrio a seguito delle accuse della Polisportiva Taverna (LEGGI QUI).
Quello che abbiamo dovuto subire prima, durante e anche dopo la gara di Domenica 13 Aprile ha dell’incredibile. Mistificazione della realtà e alterazione dei fatti accaduti. La verità è che ancora oggi continuiamo a subire accuse e a ricevere minacce su cui non possiamo più sorvolare.
I fatti, per chi era presente allo stadio, sono chiari. Una squadra sotto una continua pressione, perpetrata continuamente con minacce, insulti, intimidazioni, scorrettezze, sgarbi, maleducazione e chi più ne ha più ne
metta, e che per non soccombere come più volte promessoci, ha dovuto reagire.
Fin dal primo minuto della gara, anzi anche prima, siamo stati scherniti, derisi e sbeffeggiati da tutti, direttore di
gara compreso, che già all’arrivo presso l’impianto sportivo con trascurata scortesia nemmeno salutava i nostri
tesserati come solitamente si fa, mentre invece, intratteneva amichevoli rapporti e salutava per nome ogni
dirigente e tesserato locale. Falli di gioco che in una gara dalla posta in palio importante si consumano su ogni campo ogni domenica, nell’occasione valutati con metro di giudizio diverso e sempre verso un’unica direzione. Scippati del risultato che sul campo avevamo raggiunto con fatica, con un calcio di rigore assegnato alla squadra locare per un fallo subito dal nostro calciatore. Sì avete capito bene, un fallo a nostro favore trasformato in un rigore con spregiudicata naturalezza da parte di tutti, in primis del direttore di gara che a senso unico ha diretto l’incontro. Lo scempio a cui abbiamo dovuto assistere continua per ben 87 minuti. Durante la gara un riprovevole atteggiamento di sfida, di provocazione e di intimidazione, nella quale abbiamo dovuto subire anche umiliazioni, di ogni genere, in campo vedendoci redarguiti ad ogni movimento e fuori dal campo ascoltando continue gratuite minacce e oltraggiosi insulti provenienti dalle tribune. Il culmine di questo scempio è arrivato dopo 87 minuti. A palla lontana e con l’azione che si svolgeva dall’altra parte del terreno di gioco un calciatore locale, ha volontariamente colpito un nostro calciatore con una gomitata in pieno volto causando copiosa fuoriuscita di sangue dalla bocca e costringendo lo stesso a successive cure
mediche. Lo stesso ancora, veniva raggiunto e placcato con un degna mossa da rugby misto al karate da un altro calciatore locale. Quel che ne è seguito è stato un parapiglia generale dove i nervi già tesi, messi a dura prova per 87 minuti, hanno lasciato spazio ad una sfogo non più agonistico che ovviamente condanniamo in ogni sua parte.
Fin da subito abbiamo registrato anche la ferma condanna, oggi prontamente ritrattata dalla Società che ci ha
ospitato, di quanto il calciatore locale aveva commesso. Nell’immediatezza la condanna al loro calciatore è
arrivata unanime da tutti i presenti, a conferma che ad alzare i toni e ad aggredire mediante assalto non siamo di certo stati noi, costretti a rispondere per non soccombere. A fine partita con le due squadre negli spogliatoi a fare le docce, fuori si consumava un altro capitolo, con un paese intero dietro i cancelli ad inveire selvaggiamente contro i nostri tesserati in attesa, offendendo e minacciando e promettendo futuri fastidi (per utilizzare un termine consono ad un giornale) gesticolando e mimando chiare intenzioni violente .
Noi respingiamo ogni accusa rivoltaci nella ferma certezza di non essere caduti sotto le continue minacce ed
intimidazioni; sotto la scorretta e pericolosa condotta di quel calciatore che a palla lontana e con l’azione che si
svolgeva dall’altra parte del terreno di gioco ha vigliaccamente colpito con una gomitata violenta e volontaria, non curante di ciò che quel gesto potesse successivamente provocare; sotto le continue inequivocabili minacce che ancora oggi continuiamo a ricevere e che sono facilmente reperibili anche sui vari siti e social network nei quali basta farsi un giro, leggere e farsi un’idea.
Il calcio non è arroganza, il calcio non è presunzione, il calcio non è aggressione, il calcio non è intimidazione, il
calcio non è minaccia. Chissà se tutto questo era premeditato? A pensar male si fa peccato... ma forse spesso ci si indovina.
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