politica
06 agosto 2019 18:25di ENZO COSENTINO
Si è vestito di autorità il Presidente della Calabria, Mario Oliverio, e con un suo decreto ha messo tutti i partiti in riga. Ovviamente il suo (o non più suo?) Pd compreso. Per designare il candidato presidente nella prossima competizione elettorale regionale i partiti dovranno indire le “primarie”. Un “editto” quello di Oliverio previsto dalla apposita legge elettorale regionale. E Oliverio, è più che certo, sarà in lizza nella forsennata corsa alla candidatura. Che per quanto concerne il Pd potrebbe essere la madre di eventuali nuovi mali. Ma per una certificazione in tal senso o una secca smentita, bisogna, comunque, attendere quel giorno in cui saranno messi in moto i baracconi o gazebo e relativi risultati. Primarie a rischio risse politiche e tanto veleno sulla loro strada.
Il Pd, sempre che Oliverio resti nel Partito e continui ad essere il leader di una forte corrente interna, è già in piena campagna elettorale pur fra le contraddizioni che la caratterizzano. In Calabria dovrà fare salti in lungo da record per riconquistare credibilità, fiducia e quindi consensi nello schieramento (che al momento non sembra esistere) di centrosinistra per contrastare quello del centrodestra. Schieramenti che promettono novità ma dal dire al fare c’è… da guadare un fiume in piena di beghe interne.
Il Pd calabrese, commissariato sin dai tempi di Renzi segretario nazionale, dopo i fatti e le polemiche di questi ultimissimi giorni che hanno fatto seguito a quelle sviluppatesi a Crotone è intenzionato ad uscire allo scoperto e lo fa con una nota del commissario Stefano Graziano che sostiene sia arrivato per il Pd “il momento di mettere in campo una proposta politica innovativa e credibile, in grado di resistere all'avanzata di una destra sempre più a trazione leghista e di arginare quel logoramento cui ci hanno esposto cinque anni di governo regionale. È innegabile che oggi serve una svolta, serve riprendere una interlocuzione con tutte le forze politiche e sociali del territorio per costruire un centrosinistra aperto alle esperienze civiche e dare vita una nuova stagione".
E per giovedì Graziano ha convocato una riunione plenaria alla quale interverranno i segretari di federazione, i parlamentari e il gruppo in Consiglio regionale, per avviare il confronto sul progetto politico da mettere in campo alle prossime elezioni regionali in Calabria.” Alla riunione sarà presente anche il responsabile nazionale per il Mezzogiorno Nicola Oddati, il componente della segreteria nazionale entrato per via di una nota in collisione con i programmi, anzi con le intenzioni di ricandidarsi, di Mario Oliverio.
Non risponderà “presente” alla riunione sicuramente il consigliere regionale Enzo Ciconte che si è spogliato dei panni marcati “PD”. Il politico catanzarese ha già in mente di percorrere altre strade ma sempre per riconquistare un seggio a Palazzo Campanella con le prossime elezioni.
All'uscita di Ciconte dal Partito il responsabile regionale organizzativo Giovanni Puccio ha dedicato un'ampia nota ma senza traccia di veleni (che in politica spessissimo sono ricorrenti) rispettando la decisione di Ciconte (“il venir meno di apporti qualificati non può che suscitare, appunto, amarezza") che non sorprende nessuno perché era già in essere ma ora è stata formalizzata. Riferendosi al consigliere regionale catanzarese Puccio scrive: “La sua decisione di porsi fuori dal PD, quindi, è una scelta personale che, in quanto tale va rispettata, ma che, al tempo stesso, fa ulteriore chiarezza nel Partito che deve continuare a costruire le ragioni dello stare insieme sulla base di principi e valori identitari.” Puccio conclude: ” Il rispetto è dovuto a tutti, a chi se ne va e a chi resta, ma c’è una ragione che muove il Partito Democratico è questa resta ferma, e il tempo galantuomo saprà premiare la perseveranza critica e progettuale di un moderno riformismo che anima la promessa del Partito Democratico.”
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