"Una riforma debole del Csm". Inizia con queste parole l'inaugurazione dell'anno giudiziario dei penalisti italiani organizzato dall'Unione delle camere penali, quest'anno messo in piedi a Catanzaro e dal titolo "Tutelare la libertà del difensore per garantire l'indipendenza del giudice" di fronte ad un teatro Politeama pieno di iscritti all'evento.
A dirlo è il segretario dell'Unione, Eriberto Rosso, a cui fa eco poche ore dopo il presidente Giandomenico Caiazza, arrivato successivamente per impegni professionalmente .Entrambi intervengono sull'approvazione del Consiglio dei ministro della riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario con le norme sullo stop alle porte girevoli.
“Una riforma molto debole, che evita tutte le questioni vere da riformare della magistratura italiana e dell'ordinamento giudiziario, quindi la formazione professionale, l'avanzamento automatico delle carriere, la deresponsabilizzazione per conseguenza professionale del magistrato, l'assurdità del distacco dei magistrati presso l'esecutivo, con una confusione fisica tra il potere giudiziario e il potere esecutivo. Invece qui ci trastulliamo con le porte girevoli per quei 4-5 magistrati che sono eletti parlamentari. Mi sembra una cosa francamente poco centrata. Così come il tema del sistema elettorale del Csm: a noi pare marginale l'illusione che modificando i sistemi elettorali si cambino la testa e le culture di un paese. Mi sembra abbastanza improbabile", afferma Caiazza ai giornalisti.
Sulla stessa onda anche Rosso, per cui è necessario porre al centro il ruolo del difensore. Non è pensabile che ci siano avvocati intercettati e che continuamente siano sotto attacco per la propria iniziativa nel processo. Nel processo siano rispettate non solo le nostre guarentigie ma soprattutto quelle degli imputati. Noi qui partiamo da un problema culturale. Abbiamo troppe custodie cautelari in carcere, non sempre è extrema ratio. E spesso nei Mass media e social, il difensore è sovrapposto al reato contestato".
Parola al padrone di Casa, il presidente della Camera Penale di Catanzaro, Valerio Murgano: “La riforma Cartabia ha avuto il merito di aver cambiato il lessico perché pone finalmente al centro le garanzie difensive. Purtroppo, però non è stato riformato l’ordinamento penitenziario. Serve anche un cambio di passo sulla separazione delle carriere. Noi faremo una proposta che avvicini di più il giudice al ruolo che la costituzione gli attribuisce”. Murgano accende i riflettori sulla città che ospita l’inaugurazione dei penalisti: “Catanzaro è una terra dove c’è un abuso delle misure cautelari e dove si registra una sproporzione tra magistrati giudicanti e inquirenti, dove quest’ultimi sono molti di più”. La Calabria è terra di ‘ndrangheta, di maxiprocessi ma anche dei record sulle ingiuste detenzioni nel due distretti in cui operano le Dda di Reggio e di Catanzaro. Ed è proprio per questo che per Murgano “qui c’è bisogno di maggiori agrigni a tutela delle garanzie difensive e degli imputati”.
Hanno salutato la platea il presidente dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro, Antonello Talerico, il presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso, il presidente del consiglio comunale Marco Polimeni, il presidente facente funzioni Filippo Aragona, Presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, il presidente del Tribunale di Catanzaro, Rodolfo Palermo, il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri. Grande attesa per l’intervento di quest’ultimo che ha affermato “di essere qui per ascoltare le parole e le proposte degli avvocati”. Gratteri ha anche salutato Nicola Cantafora, storico avvocato catanzarese presente in aula: “I giovani avvocati devono prenderlo come esempio”.
L'evento continuerà domani mattina, mentre oggi sono in corso le sessioni di approfondimento. Intervenuti, sul tema "Il ruolo del difensore tra rischio penale ed esercizio del diritto di difesa", gli avvocati Donatella Zilletti, Donatella Curtotti, Nico D'Ascola, Gaetano Insolera, Antonella Marandola, Oliverio Mazza, Domenico Pulitanò.
La seconda sessione è dedicata a "La libertà del difensore nella esperienza concreta della giurisdizione". Intervengono, gli avvocati Giuseppe Milicia, Nicolas Balzano, Nicola Bucicco, Raffaele Della Valle, Antonietta Denicolò, Pasquale Foti, Beniamino Migliucci, Roberto Tricoli.
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