Antonio Curcio: "Quei morti in fondo al mare sono miei parenti, sono miei fratelli e mie sorelle, ed io sono morto con loro"

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images Antonio Curcio: "Quei morti in fondo al mare sono miei parenti, sono miei fratelli e mie sorelle, ed io sono morto con loro"

  01 luglio 2021 11:39

di ANTONIO CURCIO

"Ci risiamo, nulla è cambiato, ma il prezzo in Vite Umane si MOLTIPLICA, con disarmante costanza, nel corso degli anni. Bene… tutto ciò è una bella… svolta verso l'annientamento dei poveri e bisognosi, delle loro madri e padri, dei loro figli grandi e piccini. Una bella vittoria per i qualunquisti e populisti regnanti, di questo nostro povero e squallido mondo.

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Molto ci è stato raccontato, oppure abbiamo letto e visto in foto/video, in merito ai nostri (plurale maiestatis) bisnonni, nonni e genitori che, PER ANDARE nelle AMERICHE - nord e sud - si IMBARCARONO su una vera nave, e non furono quindi costretti a prendere un misero, sovraccarico e malmesso barcone.

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Poi, dopo molte e lunghe settimane o mesi di oceano, tra nostalgie, lacrime, valigie di cartone e rimpianti, arrivarono per loro e nostra fortuna, alla tanto agognata meta (allora così sembrava… e poi fu davvero)!

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Ma, rapportiamo ciò che, tra la fine dell'800 e la metà del 900, queste intere famiglie e per diverse generazioni, avevano sognato di trovare nelle Americhe, ossia un lavoro, un futuro per i propri figli, o la serenità dopo una guerra, alla Lampedusa di oggi, ieri, l’altro ieri, un mese o un anno fa, tanto nulla è cambiato.

La differenza sostanziale non c’è, gli scopi sono uguali, ma oggi quegli Esseri Umani dell’Amato Continente Africano, padri di famiglia, giovani ragazzi o mamme incinte, quale altra scelta avrebbero avuto, se non la via del mar Mediterraneo, su un “maledetto barcone” stravecchio e stracolmo.?.?.

In questo momento nessuna, perché attraverso quel passaggio. quasi obbligato da Lampedusa, anche loro sognano di trovare quel lavoro, quel futuro per i figli, o quella serenità dopo una guerra.

Lèssi nel 2013 (si ben 8 anni fa, in occasione di altra tragedia del mare), un articolo del giornalista Davide Pastorin, che diceva testualmente: “quei morti in fondo al mare sono miei parenti, sono miei fratelli e mie sorelle, ed io sono morto con loro”, parole stupende e profonde, piene di solidarietà, da far rabbrividire anche il più fesso ed arrogante degli sceicchi arabi ed i loro stramaledetti miliardi di dollari, così come le multinazionali che i miliardi di dollari li fanno con l’estrazione dell’ORO NERO, dalle piattaforme dei nostri oceani, così come centinaia di altre “allegre attività” per aumentare i profitti smisurati della tribù dei “SEMPRE GLI STESSI”.

Lo sdegno, che cerco qui di trasmettere, deriva altresì da due aspetti, che sono le due facce di una stessa medaglia:

1) Il diffondersi pericolosamente di questo tipo di razzismo - ormai tangibile - nonché di un’intolleranza evidente che sentiamo intorno a noi, per la strada, sui treni, nei pullman, negli uffici, negli alberghi, etc. e che trova spazio anche nelle “parole vuote ed idiote di certi politici”.

2) Le parole stesse di Pastorin (quei morti in fondo al mare sono miei parenti, sono miei fratelli e mie sorelle, ed io sono morto con loro), già definite “stupende, profonde e piene di solidarietà”, sono ESPRESSIONI in effetti già del tutto prive (quindi spoglie …), di quella “sperequazione economica/sociale forsennata”, probabile “rovina del mondo”, su cui il covid ha messo un bel carico da 40.

Di ciò ha spesso parlato anche Papa Francesco (fatto qui citato, al di là di ogni fede, ed al di qua di chi crede o non crede e nella più estesa laicità), con tanti e diversi attacchi alla ricchezza ed alle disuguaglianze nel mondo che, soprattutto in quanto menzionati spesso da un papa (sia pur francescano e gesuita), mi hanno profondamente colpito, in quanto non mi aspettavo Suoi interventi così forti che, a ben vedere, trattano di un tema del tutto politico, e di che tipo di politica… qui si parla di "maggiore equilibrio" nella redistribuzione del “reddito delle nazioni”, e soprattutto le piu' ricche, tra gli esseri umani.

Di certo un Papa doveva avere già in mente da tempo questa sua splendida idea … piuttosto le onde di Lampedusa avranno almeno influito su tutti noi.?.?. quelle onde rappresentano non solo un’immensa vergogna per tutta l’umanità, ma anche “la mancanza di memoria, la solidarietà presa in ostaggio, il bene abbandonato alla deriva, nel profondo del mare”.

Oltre un secolo fa non era così, infatti a ben “ascoltare, leggere e/o vedere” i nostri familiari furono ben accolti nelle Americhe, e ciò soprattutto da parte dei più poveri, in quanto proprio nel mondo dei “disperati" accade che il mio pane sia anche il tuo pane, ed il mio piatto di riso sia anche il tuo piatto di riso.

Inoltre, le varie generazioni di emigranti dell’epoca riuscirono anche a tornare nella loro patria. Nei tristissimi viaggi dei migranti di allora, così come in quelli di oggi, che si concludono spesso in tragedia, chi parte per la fame, per l’impossibilità del padre di portare un “tozzo di pane” sulla tavola della sua famiglia, sente l'odore dell'allontanamento e della rinuncia agli affetti più cari, così come chi parte, dopo un bombardamento, e scappando da un cumulo di macerie, sente solo il rumore delle bombe e l'odore della polvere.

Poi, chi arriva … chi riesce ad arrivare … sente che è giunta la salvezza, che la vita ha preso il posto della morte, che niente è perduto. Dopo la peggiore fame, può arrivare il tozzo di pane, così come dopo essere usciti vivi dalle macerie, è possibile ricostruire sia una nuova casa, che una nuova vita".

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