di GABRIELE RUBINO
La 'tegola' lanciata dall'Anac sul Comune di Catanzaro per l'appalto dei rifiuti ha un peso non indifferente. Non tanto e non solo sul piano politico (va riconosciuto che la battaglia del gruppo Azione, prima all'opposizione e adesso in maggioranza, aveva un senso) ma su quello squisitamente amministrativo. E non sono certo quisquiglie, dato che si tratta del contratto più oneroso per l'Amministrazione comunale dato che vale mal contatati circa 10 milioni di euro all'anno.
Partiamo dalla prima 'censura' dell'Anticorruzione: quella secondo cui le proroghe contrattuali degli ultimi anni sono illegittime poiché non favorirebbero la concorrenza. Su questo punto, da Palazzo De Nobili si è convintai del proprio operato (non coincidente con la visione Anac) ma comunque deve dimostrare, come recita l'atto del presidente Busia, "la gestione in proroga del servizio". E' vero che il Comune sta imbastendo la procedura della nuova gara ma è praticamente impossibile che la stessa sia ultimata entro un mese e mezzo. Dunque. è altamente probabile che si chiederà un'audizione all'autorità per capire se la determinazione di fare la gara più avanti nel tempo sia sufficiente a superare la 'criticità' o se debba essere ultimata entro i tempi sanciti.
Restando in tema, tra un servizio in meno e accorgimenti la disponibilità finanziaria del nuovo appalto, con ogni probabilità, non consentirà di assicurare gli stessi livelli occupazionali. Questo significa che, Anac o meno e confronto con i sindacati o meno, quando il nuovo bando sarà pronto ci saranno degli scontenti. Morti e feriti che faranno rumore.
Oltre all'anticipazione sulla gara, l'Anac ha indicato la strada sulla transazione tanto contestata da Azione. Quella che 'compensava' la mancata realizzazione del secondo centro di raccolta (oltre a quello esistente in viale Magna Graecia) e l'applicazione di una penale con servizi aggiuntivi garantiti dalla Sieco ma che sono stati giudicati dall'autority 'privi di fondamento giuridico'. Nel complesso si tratta di poco meno di 110 mila euro ma se l'accordo sarà impugnato dal Comune, come sembra, cambierà fatalmente i rapporti con la ditta- Rendendoli cooperativi a non proprio amichevoli.
Poi c'è il buco nero delle penali non applicate. In particolare, quelle relative al mancato raggiungimento della percentuale dell'avvio al riciclo dei rifiuti. Se si prendesse alla lettera il dispositivo si tratterebbe di somme da capogiro che farebbero fallire seduta stante anche l'azienda più solida che comunque garantisce posti di lavoro. Su questo aspetto, anche il gruppo Azione agirà con i piedi di piombo anche perché l'Anac non è la Corte dei Conti e non impone un viaggio retrospettivo se non nell'assicurare che nel nuovo appalto l'impossibilità di rilevare il dato (denunciato dal Comune, posto che le discariche non sono di sua competenza) sia sanato.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736