Asp di Catanzaro. Dopo le dimissioni di Bagnato, il Codacons: "Spieghi i motivi. E' massone?"

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Francesco Di Lieto
  31 ottobre 2019 18:29

"Era stato il Codacons a sollevare quello che subito è appeso come un vero e proprio vespaio. Due mesi addietro l’associazione aveva, infatti, chiesto l’intervento del Ministro della Salute denunciando la presenza di un Massone tra i commissari nominati dopo lo scioglimento Asp di Catanzaro”. Il vicepresidente dell'associazione dei consumatori Francesco Di Lieto commenta la notizia delle dimissioni del commissario Domenico Bagnato (LEGGI QUI)

“La moglie di Cesare non solo dev’essere onesta, ma deve anche sembrare onesta, proprio per questo motivo, avendo da tempo denunciato una serie di  incredibili sprechi nell’Asp di Catanzaro – scriveva Francesco Di Lieto vicepresidente nazionale del Codacons – non possiamo tollerare neppure il minimo sospetto su chi è chiamato a far pulizia”.

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"Il nominativo sul quale si invocava chiarezza era quello del prefetto Dott. Domenico Bagnato. Non è ipotizzabile che chi debba valutare l’operato dei manager dell’Asp di Catanzaro possa, in qualsiasi modo, essere influenzato da logiche esterne. Per questi motivi avevamo chiesto spiegazioni al Ministro confidando che, nel caso risultasse confermata l’iscrizione ad una loggia segreta, si provvedesse alla immediata sostituzione del commissario.Oggi si ha notizia delle dimissioni rassegnate dal Dott. Bagnato. Alla luce di quanto denunciato e per la dovuta trasparenza il Codacons insiste nel chiedere se risponda al vero che uno dei componenti, cui sono state affidati tutti i poteri per ristabilire la legalità nell’Asp di Catanzaro, non abbia dichiarato la propria appartenenza ad una loggia massonica e, nel caso lo abbia fatto, per quale motivo si è proceduto ugualmente alla sua nomina".

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"Le indagini giudiziarie ci consegnano, soprattutto in Calabria, tutta una serie di ingerenze illecite da parte di settori della massoneria nell’attività politica e delle amministrazioni locali, fino a accertare legami criminali tra alcune logge con le organizzazioni mafiose.
A questo punto - conclude Di Lieto - le dimissioni non bastano e riteniamo doveroso conoscere chi abbia “suggerito” il nome dell’ex prefetto".

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