L'udienza davanti al gup è stata fissata per il 25 febbraio 2021
09 ottobre 2020 09:22di EDOARDO CORASANITI
La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per i 58 indagati di "Cartellino Rosso", l'operazione che ad aprile scorso ha colpito dipendenti e dirigenti dell’Asp e dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. L'udienza preliminare, davanti al gup Alfredo Ferraro, è stata già fissata per il 25 febbraio 2021, nell'aula bunker del Tribunale di Catanzaro.
Il fascicolo coordinato dal sostituto procuratore Domenico Assumma si fonda sulle contestazioni di reato e sui numeri fotografati nei quattro mesi di indagine che vanno dal dicembre 2016 ad aprile del 2017. I reati ipotizzati per il presunto assenteismo o allontanamento dal posto di lavoro (in alcuni casi tradotti con visite al fioraio, alle slot machine, al market), avallato dalla multipla strisciatura dei badge, sono truffa ai danni di un ente pubblico e fraudolenta attestazione della presenza in servizio.
Il 23 aprile scorso la Procura notifica gli avvisi di garanzia e anche 15 di loro sospensione dal pubblico impiego o servizio: ad 8 è stata annullata dal Tribunale della Libertà. In particolare: Carlo Nisticò (difeso dall’avvocato Giuseppe Fonte), inizialmente sospeso per un anno e accusato di aver percepito impropriamente circa 2600 euro; Giuseppe Folino Gallo (difeso da Eugenio Perrone), 9 ore, 135,24 euro, inizialmente sospeso per 3 mesi; Maurizio Mazziotti (difeso da Domenico Pietragalla e Francesco Pullano), 28 ore di assenza, 426,30 euro, inizialmente sospeso per sei mesi. Antonio Aloi (difeso da Giuseppe Vetrano), 7 ore di assenza, 125.48 euro, e a cui il Gip aveva applicato 3 mesi di sospensione; Enrico Caruso (difeso da Aldo Casalinuovo), 66 ore di assenza, 647 euro, inizialmente sospeso per sei mesi. Marcello Ferro (difeso da Saverio Loiero): (237 ore di assenza dal servizio, 2560 euro, inizialmente sospeso per un anno; Giorgio Costantino (difeso da Vittoria Aversa e Francesco Rotundo), 12 ore, di assenza 138,29 euro, inizialmente sospeso per 3 mesi di sospensione). Rosario Tomarchio (difeso dall'avvocato Aldo Ferraro), 28 ore di assenza, 440 euro di indebita percezione, inizialmente sospeso per 6 mesi di sospensione. Diversa la posizione di Mario Mangiacasale (34 ore di assenza, 664 euro di illecita acquisizione), difeso dall'avvocato Antonio Chiarella: colpito dalla misura cautelare, lo stesso Gip ha dichiarato l'inefficacia della sospensione in quanto al momento dell'esecuzione l'indagato era già andato in pensione.
I NOMI PER CUI LA PROCURA CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO:
Ferro Marcello, classe 1962
Nisticò Carlo, classe 1958
Sinopoli Francesco Salvatore, classe 1956
Tolomeo Silvano, 1952
Ruggiero Alessandro, 1961
Lopez Carmine, 1955
Ciambrone Giuseppe, 1952
Palaia Vitaliano, 1960
Tomarchio Rosario, 1964
Mangiacasale Mario, 1953
Caruso Enrico, 1962
Mazziotti Maurizio, 1963
Raciti Giuseppe, 1957
Ronchi Giovanni, 1955
Folino Gallo Giuseppe, 1969
Aloi Antonio, 1972
Costantino Giorgio, 1956
Mancuso Vincenzo, 1966
Notaro Leonardo, 1956
Umbro Bruno, 1963
Sollima Salvatore, 1975,
Mazza Annamaria, 1957
Santaguida Pasquale, 1970
Candeliere Maurizio, 1963
Battista Nicola, 1955
Capicotto Raffaele, 1955
Fontanella Saverio, 1956
Galati Onoforio Francesco, 1967
Mungo Rosario, 1958
Raimondo Luigi, 1957
Nicoletta Carmine, 1957
Matteini Anna, 1960
Tulelli Sergio, 1955
Montuoro Domenico, 1958
Calabretta Mario, 1956
Minichini Filomena, 1953
Merola Michele, 1956
Marchio Rossella, 1963
Caligiuri Tommaso, 1964
Modugno Donato, 1951
Bianchi Leandro, 1954
Abramo Salvatore, 1960
Facciolo Antonio, 1960
Ursini Vincenzo, 1954
Leone Giacobbe, 1956
Manno Giovanni, 1965
Costa Massimo, 1963
Mancuso Ivan, 1975
Scalone Benito Rocco, 1961
Parrottino Carmine, 1954
Tallarico Caterina, 1964
Vaccaro Rosa, 1958
Falcone Caterina, 1962
Arena Teresa, 1957
Riccio Rocco Gregorio, 1954
Cristofaro Michele, 1963
D'Aloja Alfredo, 1963
Dante Assunta, 1972;
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