La Corte d'Appello di Bologna, presieduta dal giudice Donatella Santini, ha assolto il 74enne imprenditore edile Gino Renato dal reato di tentato omicidio: l'uomo era accusato di aver sparato alcuni colpi di pistola, il 23 novembre del 2010, al costruttore Vito Lombardo, a Coviolo, nel Reggiano. In primo grado l'imputato era stato condannato a 12 anni e 2 mesi dal Tribunale di Reggio Emilia.
All'epoca Lombardo fu raggiunto da due colpi, uno all'anca e l'altro al torace. Ricoverato in ospedale, quando si ristabilì e fu in grado di parlare disse che a sparargli era stato Renato, che lui conosceva, anche perché era stato suo vicino di casa a Cutro (Crotone). Durante la sua requisitoria il sostituto procuratore generale di Bologna, Valter Giovannini, ha sottolineato che "questo grave fatto di sangue deve essere inserito tra i cosiddetti reati spia di quel contesto che anni dopo prenderà il nome di indagine Aemilia".
La vittima "piccolo imprenditore, dopo avere subito danneggiamenti vari - ha aggiunto Giovannini - ha capito che a quel punto era in gioco la sua vita e si decise a parlare indicando nel Renato il suo sparatore".
La Corte d'Appello, però, ha deciso diversamente, ribaltando la sentenza di primo grado. Lombardo, anche lui settantenne, è morto pochi mesi fa.
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