Atto aziendale Asp di Cosenza, unificare tutte le cardiologie in un dipartimento

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  14 settembre 2025 14:44

Successo per la 23esima edizione di Castrocuore, l’evento formativo e informativo promosso dall’Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale di Castrovillari con il patrocinio dell’Asp di Cosenza e che si è svolto questo venerdì e sabato ad Altomonte.

 

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Nato per fare il punto sulla cardiologia calabrese, oggi è un’occasione a livello nazionale per mostrare progressi, innovazioni e nuove metodologie con cui questa branca si approccia alle malattie cardiovascolari. «Castrocuore - ha commentato l’organizzatore del congresso, Giovanni Bisignani - si conferma come punto di riferimento consolidato sul piano scientifico, assistenziale ed organizzativo per la cardiologia nazionale, tanto da richiamare specialisti del settore provenienti da tutta Italia. Quest’anno – entra nel dettaglio il direttore della UOC di Castrovillari – la telemedicina, in particolare la telecardiologia e l’uso dell’intelligenza artificiale, senza mai tralasciare l’aspetto umanistico nella scienza, sono stati i temi centrali del congresso».

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Al convegno è intervenuto il direttore sanitario dell’Asp, Martino Rizzo, che ha evidenziato come «l'iniziativa è un appuntamento storicizzato che rappresenta un riferimento per i cardiologi in relazione agli aspetti legati alla digitalizzazione, all'innovazione terapeutica e agli aspetti scientifici».

E il progresso e le nuove tecnologie sono alleati essenziali per fare rete. «La cardiologia di Castrovillari - continua il direttore sanitario Rizzo - è collegata in maniera stretta anche alle altre due unità operative complesse di Paola e di Rossano, che rappresentano delle strutture di eccellenza dell'azienda sanitaria».

 

E nel futuro è previsto un modello organizzativo superiore capace di implementare ancora di più il lavoro di squadra e di intensificare la collaborazione delle unità operative. «Nell’ambito dell'atto aziendale in via di approvazione - anticipa il direttore Martino Rizzo - le cardiologie diventeranno dipartimento. Dunque è previsto un dipartimento cardiologico che sarà guidato da un direttore che avrà compiti funzionali ma non solo, dovrà infatti gestire e coordinare le varie Uoc in modo efficiente ed integrato affinché si possa parlare di una vera e propria rete cardiologica che dovrà interessare l’intera Asp».

 

«In questa direzione - prosegue Rizzo - il progetto dell'azienda sanitaria prevede dei centri cardiologici hub collocati appunto a Paola, Rossano e Castrovillari che si possono interessare, per esempio, dell'emergenza dello STEMI e contempla anche dei centri hub, uno per ogni ospedale generale e di zona disagiata, e dei centri Spock uno per ogni ospedale generale o di zona disagiati. In pratica si tratta di servizi di cardiologia - spiega il direttore sanitario -  che collocati negli ospedali più periferici come quelli di Praia, Trebisacce, San Giovanni in fiore e Cariati, dovranno garantire la risposta alle cardiopatie post acute e alle cardiopatie croniche».

 

«Il collegamento fra queste strutture - prosegue - deve essere molto stretto e assicurare quella che è la relazione aperta fra i diversi operatori che, con lo scambio di esperienze e di competenze, dovrà garantire una appropriatezza organizzativa e una collaborazione interprofessionale che veda coinvolti non solo cardiologi ma anche altre figure specializzate per una presa in carico del paziente a 360 gradi».

Ma il potenziamento della diagnosi e dell’assistenza intende andare oltre gli ospedali nell’obiettivo di implementare la medicina territoriale e di entrare nelle case dei cittadini.

«Il progetto - rilancia Martino Rizzo - si deve estendere al territorio attraverso le case di comunità e gli ospedali di comunità, utilizzando anche gli ambulatori virtuali che si stanno realizzando nell'ASP e che stanno interessando le aree più decentrate e periferiche della nostra azienda sanitaria. In pratica - sottolinea il direttore sanitario - non una cardiologia con degli ambiti territoriali, ma una cardiologia estesa a tutta l'area aziendale e quindi a tutti i sei mila e settecento km² che costituiscono l'ASP di Cosenza e capace di arrivare fino al letto del paziente. Questo - conclude il direttore sanitario Rizzo - consentirà quell' universalità che è prevista dal sistema sanitario nazionale con un miglioramento dell'accesso ai servizi, una distribuzione capillare e territoriale delle erogazioni e, soprattutto, porterà a quella equità e a quella riduzione delle diseguaglianze che l'attuale management sta perseguendo».

 

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