di EDOARDO CORASANITI
La ragione sono i soldi, il pagamento che il cittadino gambiano aveva sollecitato al suo datore di lavoro, titolare di un'azienda di allevamento di ovini e bovini di Badolato. Da quel momento, scattano minacce e aggressioni fuori dalla proprietà mentre il ragazzo tenta di mettersi in salvo. La violenza sarebbe andata avanti per un'ora e sarebbe e proseguita con percosse, minacce ed insulti: l'epilogo sono lesioni al cranio e al torace.
Lo scrive il pubblico ministero della Procura della Repubblica Domenico Assumma nell'ordinanza di custodia cautelare che questa mattina ha portato all'emissione di 5 misure cautelari (arresti domiciliari) per Giuseppe Gallelli, 65 anni, Patrizio Gallelli, 41 anni, Vincenzo Ermocida, 29 anni (difesi dall'avvocato Fabrizio Costarella), Stefano Ventura, 36 anni (difeso dall'avvocato Vincenzo Cicino), Massimiliano Garretta 46 anni.
Secondo l'accusa, a luglio del 2020, Giuseppe Gallelli, detto Pepè, avrebbe aggredito il gambiano con un bastone in legno colpendolo al corpo ed al braccio sinistro, alzato per proteggere il capo. Subito dopo, arrivati sul posto, anche Patrizio Gallelli (figlio di Giuseppe), Vincenzo Ermocida, Massiliamo Garretta, Claudio Pupo (deceduto) e Stefano Ventura, avrebbero aggredito il gambiano minacciandolo "Bastardo negro ti ammazzo" e ancora: "Ora prendo una pala e ti metto sotto terra" (frase che sarebbe stata pronunciata da Ventura).
L'aggressione sarebbe proseguita anche al di fuori dell'azienda agricola, dove il ragazzo sarebbe stato picchiato e immobilizzato mentre Ventura gli avrebbe strappato il cellulare dalle mani, rompendolo e gettandolo nella campagna. il telefono cellulare dalle mani, rompendolo in due e gettandolo nella campagna.
Nell'ordinanza di custodia cautelare viene anche riportato che gli aggressori avrebbero usato anche pietre e bastoni.
Le accuse contestate ai 5 sono minacce, lesioni aggravate e percosse con l’aggravante di aver commesso i fatti con finalità di discriminazione raziale e di odio etnico nazionale e raziale nonché per aver commesso il fatto in più di cinque persone utilizzando oggetti atti ad offendere.
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