"Appoggiare il gruppo per soddisfare le mire dei sodali nel campo degli appalti". La Procura di Catanzaro descrive così il ruolo di Lorenzo Cesa, ex europarlamentare Udc. L'accusa è di associazione a delinquere aggravata dalle modalità mafiose per Lorenzo Cesa, indagato nell'inchiesta della Dda di Catanzaro sulle cosche del crotonese, denominata "Basso profilo" che ha portato all'emissione di 50 misure cautelari.
E ancora: "Con le condotte contribuivano a salvaguardare gli interessi delle compagini associativa di tipo ‘ndranghetistico di riferimento, in particolare le cosche dell’alto jonio catanzarese e del basso jonio crotonese, cui Gallo era legato, e le cosche reggine cui Pirrello era legato". Tradotto, si sarebbe creato un connubio definito "diabolico" tra soggetti appartenenti a diverse estrazioni: uomini politici, Tommaso Brutto, Saverio Brutto, Francesco Talarico e Lorenzo Cesa; imprenditori Antonio Gallo, Antonino Pirrello; esponenti delle forze di polizia Ercole D'Alessandro. Per i procuratori, la finalità del sodalizio era di trovare un mutuo sostegno, ciascuno sfruttando le proprie capacità relazionali, le proprie attitudini operative, i propri uffici, per un unico obiettivo: fare affari attraverso attività illecite, quali abuso di ufficio (le cd entrature), turbata libertà degli incanti e corruzione.
In particolare, Cesa, che all'epoca dei fatti, il 2017, era eurodeputato dell'Udc, d'intesa con Francesco Talarico - l'assessore regionale arrestato stamani nella stessa operazione e all'epoca segretario regionale dell'Udc della Calabria - avrebbe aiutato due imprenditori, indagati nella stessa inchiesta e ritenuti legati a cosche di 'ndrangheta del crotonese e del reggino ad ottenere appalti nel settore della fornitura di materiali per l'antiinfortunistica.
I due politici - scrivono i pm nel capo di imputazione - "avrebbero assicurato di intercedere con pubblici ufficiali in servizio presso enti pubblici ovvero con amministratori di società in house a livello nazionale (i cui enti o società avrebbero bandito gare di appalto per forniture di prodotti antinfortunistici ovvero di pulizie), nonché proponendosi di corrompere altri pubblici ufficiali preposti alle stazioni appaltanti ovvero, per le società in house, ai competenti uffici appalti".
Secondo quanto si legge dall'accusa, Talarico avrebbe promosso un incontro, tenutosi in Roma il 07 luglio 2017, con l'imprenditore Gallo, Lorenzo Cesa, Tommaso Brutto, Saverio Brutto e lo stesso Talarico.
Un pranzo per suggellare il patto. A volerlo l'imprenditore Antonio Gallo, attorno a cui ruota l'inchiesta della Dda di Catanzaro "Basso profilo", grazie al contributo di Franco Talarico, all'epoca segretario regionale dell'Udc calabrese. Gallo, secondo l'accusa, si rivolge a Cesa per ottenere, con modalità illecite, appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici erogati dalla sua impresa e banditi da enti pubblici economici e società in house. L'incontro, come documentato dagli investigatori, avviene in un ristorante di Roma.
Il tornaconto per l’intervento speso da Talarico su Cesa deve "ritenersi l’appoggio assicurato dal GALLO al TALARICO nelle consultazioni politiche del 2018".
LA REAZIONE DI CESA: “Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell'operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato"
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