di SALVATORE BELFIORE
Occupandomi di comunicazione e linguaggi, ho sentito di creare questa petizione per richiedere la modifica immediata delle "parole" usate nelle campagne di comunicazione del "Cura Italia".
"Un sorriso può dire tante cose, migliorare la giornata, emozionare. Oggi però è necessario proteggerlo con una mascherina. Questo è il nuovo modo di dire ti voglio bene“...
Chiedo con forza che venga rimosso questo messaggio promosso e promulgato con insistenza nello spot televisivo del Ministero della Salute.
Posso comprendere gli intenti di sicura educazione collettiva all'uso dei dispositivi volti alla limitazione di ipotetici rischi di diffusione del virus, ma considero INACCETTABILE, che le categorie dei sentimenti e delle emozioni, proprio quelle che contraddistinguono le peculiarità stesse del nostro "essere umani", siano associate ad un accessorio, la mascherina, riservato a specifiche aree e ambienti sanitari.
Che non puo' e non deve diventare una prassi condivisa.
Non e' indossando una mascherina, anche in luoghi e in contesti nei quali è assolutamente inutile se non addirittura dannosa (come nei parchi, negli spazi aperti e durante delle sessioni sportive...), che gli italiani arriveranno a comunicare il loro affetto e la reciproca adesione alla socialità condivisa.
Sono molto preoccupato e in allerta per i messaggi di allontamento, filtraggio emotivo e DISUMANITA' palese e manifesta, che questo tipo di parole sono in grado di generare nelle menti e nei sistemi di credenza dei bambini e dei ragazzi che ricevono questi messaggi ogni giorno attraverso lo spot governativo.
E ritengo anche oltremodo IMPROPRIO l'utilizzo del concetto di "distanziamento sociale" che ricorda tutte le avvilenti e ciniche esclusioni dai centri abitati e sociali, di coloro i quali, in passato, venivano banditi dalla comunità, perchè "impuri": lebbrosi, ebrei, samaritani, pagani, eretici, ariani, omosessuali...
Tali concetti di "distanziamento sociale", che attingono alle teorie delle "Scale di Bogardus", sono state e sono oggetto di analisi nello studio sui parametri di innesco dei processi di accresciuta DISUMANITA' durante i GENOCIDI:
(Haagensen, Lisa and Croes, Marnix (2012) "Thy Brother’s Keeper? The Relationship between Social Distance and Intensity of Dehumanization during Genocide," Genocide Studies and Prevention: An International Journal: Vol. 7: Iss. 2: Article 7. DOI: 10.3138/gsp.7.2/3.223 Available at: https://scholarcommons.usf.edu/gsp/vol7/iss2/7
Ritengo quindi OLTREMODO PERICOLOSO e FUORVIANTE, che tali concetti e tali parole, possano entrare a far parte del nostro lessico comune, del nostro bacino di credenze condivise.
Tanto più che quello che viene proposto come "nuova realtà dei processi sociali e comunicativi italiani", il distanziamento sociale, di fatti, non ha alcuna evidenza scientifica di nessun tipo.
Noi italiani non dovremmo essere considerati ignare cavie sociali di nessun esperimento i cui effetti i nostri figli e noi tutti, avremo modo di valutare soltanto con il tempo e nostro malgrado...
"Le parole sono importanti..." diceva Nanni Moretti.
Per creare questa petizione, mi sono permesso di farmi ispirare, anche, dal pensiero del grandissimo Ezio Bosso, proprio di qualche giorno fa, che prima di scomparire ha lasciato, attraverso la sua ultima intervista, una grande fonte di riflessione umana e ideale:
“Sto cercando di fare le mie battaglie sorridenti con il cambio di lessico: un conto è dire distanziamento di sicurezza, un altro dire distanziamento sociale, una definizione brutta e pericolosa perché può portare all’isolamento sociale e può far perdere l’umanità. Siamo tutti insieme, con i nostri dovuti momenti di solitudine”.
LEGGI QUI. Ecco come firmare la petizione
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