di TERESA ALOI
Luogotenente, comandante della Stazione dei carabinieri di Maida dal 15 maggio 2017 al 6 luglio del 2022, avrebbe secondo le accuse intrattenuto rapporti garantendo protezione e tutela attraverso una sistematica omissione di controlli nei confronti delle attività criminali. Vincenzo Pulice, è uno dei due appartenenti alle forze dell'ordine coinvolto nel blitz che stamattina ha portato in carcere 50 persone e 9 ai domiciliari. LEGGI QUI.
Prestava servizio - oggi è in congedo - nel territorio lametino ma anche quando è stato trasferito d'ufficio - era il 2022 - alla Sezione radiomobile della Compagnia di Catanzaro avrebbe comunque fatto pervenire a chi di dovere di essere ancora disponibile e poter essere ancora utile agli interessi della cosca. Il suo ruolo viene spiegato bene nelle oltre 500 pagine di ordinanza: lui era il responsabili delle funzioni di polizia giudiziaria nell’area di influenza della cosca e avrebbe sfruttato il suo ruolo asservendolo agli interessi illeciti del sodalizio mafioso.
"Un punto di riferimento per i vertici della cosca" scrive il gip nell’ordinanza, con cui avrebbe "intrattenuto rapporti consolidati nel tempo, garantendo loro protezione e tutela, attraverso una sistematica omissione di controlli nei confronti delle attività criminali dagli stessi promosse e poste in essere sul territorio di competenza, in alcuni casi prendendovi parte in prima persona, nonché da leader carismatico, quasi alla pari del boss di Cortale, nel settore del traffico di narcotici".
L'altro, indicato nelle carte, è l'appuntato del Corpo carabinieri forestali in servizio presso il Comando forestale di Girifalco, Antonio Scicchitano. "Concorrente esterno" ma in diretto contatto con i vertici dell'organizzazione, era un riferimento per il sodalizio per aver instaurato un rapporto caratterizzato dalla disponibilità . Lui, che secondo l'accusa, avrebbe ricevuto a titolo gratuito o a prezzi di favore, quantitativi di legname per sè o per i parenti.
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