di TERESA ALOI
Plurime e continue cessioni di droga a più persone anche a minorenni. Sono tutte ricostruite nell'ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, Sara Mazzotta, nei confronti di 13 persone ed eseguita dai carabinieri della Compagnia di Soverato. LEGGI QUI LA NOTIZIA
Un'indagine portata avanti attraverso intercettazioni, perquisizioni, sequestri, servizi di controllo e pedinamenti. Sim card intestate a terzi, conversazioni su whatsapp, Telegram Instagram e linguaggio criptico dove la droga assumeva i contorni di una "suppressata", "vino rosso", "pezzo di maiale", "panino", ma anche "maglietta", "felpa" e "giubbotto". Tutto per eludere i controlli . Eppure, tutto ciò non è bastato per farli cadere nella rete dei carabinieri. Quei dialoghi caratterizzati da evidente illogicità tali da non dare alcun senso alla conversazioni non poteva passare inosservati.
La maggior parte delle prove su cui si fonda l'indagine è prevalentemente rappresentata da una cospicua mole di intercettazioni a carico degli indagati, tanto da potersi fare riferimento alla cosiddetta "droga parlata" , circostanza confermata anche da sequestro di stupefacenti dopo le perquisizioni.
E' il 13 dicembre del 2022. A Davoli i carabinieri di Soverato documentano in diretta la cessione di una partita di droga da Vincenzo Vitale a Vincenzo Rizza. Quest'ultimo esce in giardino, come se attendesse una visita. e In effetti arriva qualcuno: è Vitale e dopo un brevissimo dialogo esce fuori la bustina bianca.
Un episodio come tanti documentati dai carabinieri. Come tante sono le conversazioni ascoltate e soprattutto decifrate. E c'era anche chi a un controllo dei carabinieri aveva ingoiato la cocaina con la "promessa2 poi di arrivare a casa e vomitarla.
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