di TERESA ALOI
Quattro colpi da arma bianca. Quattro coltellate inferte con un grosso coltello, presumibilmente da cucina. Tutte al torace. Colpito davanti.
E' morto così, dissanguato, Francesco Cosco, 52 anni, a Botricello, ucciso dal figlio Alessio, 23 anni affetto da disturbi psichiatrici.
Se Francesco Cosco abbia tentato di mettersi al riparo, di salvarsi, o se sia stato colpito in altre parti del corpo, lo stabilirà l'autopsia affidata alla professoressa Isabella Aquila, direttore della Scuola di specializzazione di Medicina legale all'Università Magna Graecia di Catanzaro, arrivata sul posto per un primo esame esterno insieme ai carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, ai colleghi della Scientifica, e al sostituto procuratore di turno Saverio Sapia, titolare delle indagini.
Il corpo senza vita del 52enne riverso tra la porta e le scale dell'abitazione dove abitava la famiglia Cosco, stimata e conosciuta a Botricello. Tutt'attorno sangue. Sangue ovunque. Schizzi sulle pareti e una pozza sul pavimento.
Un raptus avvenuto al termine di una lite intorno alle 13 quello che con ogni probabilità ha annebbiato la mente di Alessio, tanto da portarlo ad uccidere il padre in maniera così violenta.
Il provvedimento restrittivo nei suoi confronti è in fase di esecuzione e il giovane, potrebbe essere trasferito in carcere: la sua malattia non escluderebbe la possibilità di intendere e di volere.
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