di BRUNO GEMELLI
Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, di cui è in corso il processo di beatificazione, nacque a Squillace il 490 dopo Cristo.
L’enciclopedia Treccani così riassume la sua vita: «Figlio d’un alto funzionario di Teodorico, fu (507) questore, nel 514 console, e nel 523 “magister officiorum”, ministro per la politica interna; divenne così l'appassionato animatore dell'ideale di fusione tra Romani e Goti. Ottenuta la prefettura da Atalarico, sostenne nella Historia Gothica, perduta, la nobiltà di origine del suo popolo, continuatore della “civilitas” romana. Fu consigliere prudente di Amalasunta, Teodato, Vitige, durante le burrascose vicende della successione del regno goto. Di questa sua attività lasciò memoria nella silloge (in 12 libri) intitolata Variae (537), che servì da modello per lo stile cancelleresco medievale. Quando nel 540 Belisario fece prigioniero a Ravenna Vitige, crollò l'ideale di conciliazione tra romanità e germanesimo perseguito da C. La politica gli apparve allora come dispersione funesta dal raccoglimento religioso, solo valore per l’uomo. Nacque così il De anima, che egli considerava come libro XIII delle Variae. Ritiratosi a Squillace, fondò in quei pressi, a Vivario, un monastero che, fornito di una ricca raccolta di codici e di uno “scriptorium”, divenne il prototipo dei centri culturali monastici del Medioevo.
Cassiodoro promosse qui una intensa attività di traduzione di opere greche tra cui la Historia ecclesiastica tripartita di Socrate, Sozomeno e Teodoreto tradotta da Epifanio, e scrisse, oltre a opere esegetiche e al De orthographia (composto a 92 anni, per i monaci), l’opera sua più importante per l’influenza che esercitò sulla formazione della cultura medievale: le “Institutiones divinarum et saecularium litterarum”. Si tratta di un manuale (in due parti) introduttivo allo studio sia della Bibbia sia delle arti liberali, in cui Cassiodoro si avvalse ampiamente della sua conoscenza della letteratura esegetica patristica e della letteratura ellenistica, utilizzando, per esempio, anche testi di Euclide e Nicomaco di Gerasa. L’opera ebbe larga diffusione negli ambienti monastici, contribuendo alla valutazione positiva delle arti liberali per una più completa intelligenza della Scrittura».
Cassiodoro morì nel 580 dopo Cristo a Vivario nell’alta Corsica.
Perché se ne parla? Perché nel weekend appena passato s’è svolto il “Cassiodoro Day 2024” organizzato l’Associazione Cassiodoro il Grande e dall’Arcidiocesi di Modena e Nonantola. Quest’associazione culturale è stata fondata da don Antonio Tarzia (originario di Amaroni) nel 2007, già responsabile delle edizioni Paoline.
L’evento ha avuto luogo presso il Duomo di Modena, il Salone dell’Episcopio e la Sala Verde del Monastero di San Silvestro a Nonantola.
Cassiodoro, al termine della guerra gotica, si stabilì in via definitiva presso la nativa Squillace, dove fondò il monastero di Vivarium con la sua biblioteca. All'interno del monastero Cassiodoro istituì anche un centro di studi sulla Bibbia, luogo di conservazione della letteratura classica (greca e latina). Egli intese in questo modo contribuire al successo del lavoro della sua vita, ossia il tentativo di gettare ponti sulle linee di frattura culturali del VI secolo: fra romani e goti, fra i cattolici ortodossi e i loro dominatori ariani, tra est e ovest, fra cultura greca e cultura latina, fra cultura classico-pagana e cultura cristiana.
Tra tortellini e premi anche quest’anno Cassiodoro è stato celebrato lontano dalla Calabria.
Ma, ad abundantiam, c’è un altro Premio Cassiodoro, quello fondato dal rettore dell’Università Vivarium, l’editore Demetrio Guzzardi di Cosenza.
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