Consiglio sciolto a seguito delle dimissioni di Occhiuto ora il conto alla rovescia per la sfida democratica
10 agosto 2025 12:04di MARILINA INTRIERI
Il vicepresidente della Regione Calabria Filippo Pietropaolo ha appena firmato il decreto che indice le elezioni regionali per il 5 e 6 ottobre, avviando formalmente la fase elettorale dopo le dimissioni del presidente Roberto Occhiuto e lo scioglimento del Consiglio regionale.
Convocato ieri in seduta straordinaria dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, il Consiglio ha preso atto delle dimissioni di Occhiuto, che hanno determinato lo scioglimento automatico dell’Assemblea, secondo quanto previsto dall’articolo 33 dello Statuto regionale. Tuttavia, come stabilito dalla stessa norma, presidente e Giunta restano in carica per il disbrigo degli affari correnti fino all’insediamento del nuovo governo regionale, garantendo continuità amministrativa in una fase istituzionale delicata.
Il decreto di indizione delle elezioni è stato emanato dal vicepresidente della Giunta, in virtù dell’impedimento del presidente dimissionario, previa intesa con il Presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, secondo la cornice normativa che stabilisce l’obbligo di svolgere il voto entro tre mesi dallo scioglimento del Consiglio, evitando così ritardi e incertezze che potrebbero compromettere la governabilità e la stabilità della Regione.
Il dibattito politico si accende sulle modalità e i tempi del voto: da una parte le opposizioni criticano quella che definiscono una “fretta” eccessiva nel convocare le elezioni, sostenendo che una maggiore dilazione garantirebbe più spazio ai piccoli partiti e un confronto democratico più ampio; dall’altra, il fronte che sostiene il rispetto dei tempi statutari sottolinea l’urgenza di evitare una lunga fase di ordinaria amministrazione che potrebbe paralizzare decisioni fondamentali per il territorio.
Al centro delle critiche anche l’abrogazione, avvenuta a luglio, della legge regionale sulle primarie che avrebbe potuto allungare i tempi elettorali di circa 60 giorni, scelta motivata dal Consiglio con l’assenza di applicazioni concrete della norma e la volontà di eliminare un vincolo economico considerato oneroso per il bilancio regionale.
La normativa elettorale è chiara e vincolante, impone tempi certi per lo svolgimento del voto, senza margini di discrezionalità politica, garantendo così la continuità democratica e il rispetto della volontà popolare in tempi rapidi, condizione essenziale in una regione fragile come la Calabria.
Roberto Occhiuto, dimissionario dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per un’ipotesi di corruzione, ha deciso di ricandidarsi, rivendicando la trasparenza del proprio operato e rifiutando di considerare la sua posizione come un ostacolo al giudizio democratico. La sua scelta è un appello diretto agli elettori per riaffermare la legittimazione popolare e per rinnovare la fiducia in un progetto amministrativo che intende proseguire.
Nel suo messaggio, Occhiuto mette in guardia contro il rischio di un uso politico delle indagini preliminari come strumento di delegittimazione in una terra dove la stabilità amministrativa è stata spesso minata da vicende giudiziarie. Non sono pochi i casi, negli ultimi vent’anni, che hanno visto coinvolti presidenti e consiglieri regionali, molti dei quali estromessi già in fase di candidatura, salvo poi essere assolti o prosciolti: un clima che alimenta tensioni e sfiducia nella politica. Eclatante il caso nel del presidente del consiglio regionale Mimmo Tallini che fu arrestato per scambio politico mafioso e quindi estromesso dalle istituzioni e poi essere assolto con formula piena.
In questi anni, l’amministrazione Occhiuto ha rivendicato numerosi interventi infrastrutturali rilevanti: potenziamento degli aeroporti di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone, sviluppo dei porti regionali e l’annuncio del ponte sullo Stretto come progetto strategico. In sanità, l’impegno si è concretizzato nella gestione diretta della crisi Covid durante la fase più critica e nell’arrivo di medici cubani per colmare la carenza di personale sanitario. Particolarmente significativi anche gli interventi per l’ambiente realizzati con fondi PNRR, mirati alla depurazione delle acque, alla riduzione della plastica nei mari calabresi e al risanamento delle aree protette: un piano che rischierebbe gravi ritardi in caso di protratta ordinaria amministrazione.
In un contesto di crisi globale e con una Calabria che registra un preoccupante tasso di spopolamento giovanile (oltre 160.000 giovani tra i 18 e i 34 anni persi negli ultimi vent’anni, pari a un calo del 32,4%, e oltre 24.000 under 19 emigrati dal 2019 al 2024), il voto assume un valore strategico. L’appello di Occhiuto è chiaro: “Siate voi a decidere se la Calabria si deve fermare o se questo lavoro deve proseguire.”
Ora spetta ai calabresi scegliere se dare fiducia a un progetto interrotto ma non concluso, in una regione che ha bisogno urgente di stabilità e visione di lungo periodo. La responsabilità è duplice: per i partiti, chiamati a presentare programmi concreti e candidati credibili; per gli elettori, chiamati a un voto consapevole che garantisca un governo stabile, capace di invertire le tendenze negative e valorizzare le energie migliori della Calabria.
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