di GABRIELE RUBINO
È previsto per oggi il rientro in Calabria del commissario alla sanità Saverio Cotticelli. Con lui dovrebbe sbarcare, ad un mese e mezzo dall’investitura del governo, il sub-commissario Maria Crocco in sostituzione del dimissionario Thomas Schael. Ad agosto, nonostante le emergenze in vari ospedali (soprattutto negli spoke), la sanità regionale è rimasta nei fatti senza guida, con il dipartimento regionale di Tutela della Salute già sottorganico e decimato dalle ferie in cui il dg Antonio Belcastro è stato costretto agli straordinari per dare una parvenza di controllo.
I RITARDI RISCHIANO DI RENDERE IL DECRETO CALABRIA UN FLOP- Il nuovo assetto della struttura commissariale dovrà fare i conti non soltanto con le emergenze contingenti ma con il vero equivoco degli ultimi mesi. Il Decreto Calabria, l’arma spianata dal Movimento Cinque Stelle per “risanare” il servizio sanitario regionale più problematico d’Italia, è rimasto sostanzialmente inattuato, pur se in vigore dal 3 di maggio (pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e successiva legge di conversione nei primi di luglio). Essendo una normativa speciale a tempo -sarà vigente fino all’ultima parte del 2020-, il ritardo è già un sintomo di pre-fallimento della misura. Doveva essere un’iniezione immediata ed indolore ed invece si è rivelata un travaglio senza fine.
IL REBUS DEI NUOVI COMMISSARI STRAORDINARI- Tutto il management delle Asp e delle aziende ospedaliere doveva essere stravolto ed invece finora nessun commissario straordinario si è insediato, lasciando giganti dai piedi d’argilla (vedi il caso dell’Asp di Cosenza) senza un vertice responsabile a tentare di manovrarli. Nelle prossime ore potrebbero arrivare Giuseppina Panizzoli all’Annunziata di Cosenza e Isabella Mastrobuono al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Due ospedali Hub che non sono certo il fulcro dei problemi della sanità calabrese. Si aggiunga il mistero dell’Asp di Crotone con il nominato (dal Consiglio dei ministri, insieme alle altre due) Giuseppe Gentili che non avrebbe ricevuto alcuna chiamata per firmare il contratto. Fin qui le investiture certe. All’appello mancano le Asp di Cosenza, Catanzaro, Vibo e gli ospedali di Reggio e Mater Domini di Catanzaro. Senza un govern,o i commissari straordinari non possono essere individuati. E c’è da scommettere che questo non sarà il primo pensiero dell’esecutivo giallo-rosso, peraltro ancora in via di formazione. Lo scenario più probabile è che almeno 5 enti su 8 (con l’esclusione del caso speciale dell’Asp di Reggio Calabria) saranno senza nuovi commissari straordinari da Decreto Calabria. Quindi, per paradosso, le regole cambia-manager potrebbero essere applicate per meno della metà degli enti ed a macchia di leopardo.
LE ALTRE MISURE NON ATTUATE DEL DECRETO CALABRIA- E se questa è la prima grave falla nell’attuazione del provvedimento voluto dal ministro della Salute Giulia Grillo, a cascata il resto dell’impianto è rimasto lettera morta. Non si è vista nessuna Unità di Crisi composta da funzionari ministeriali che dovevano supportare i nuovi vertici alla redazione dei nuovi atti aziendali. Le norme sugli appalti hanno creato tanta confusione, con lo stesso Cotticelli costretto a dover firmare un Dca interpretativo per far sopravvivere le norme antecedenti sulle gare più corpose (quelle sopra la soglia di rilevanza comunitaria) per evitare la paralisi estiva nella fornitura di farmaci e dispositivi medici degli ospedali. Il dissesto proposto dai commissari prefettizi dell’Asp di Reggio, per scomputare la massa di debiti del passato dalla gestione corrente, non è stato ancora avallato da Cotticelli, e chissà se lo sarà mai. E se rimane un mistero (non solo di oggi) l’efficacia del supporto dell’Agenas, del sostegno della Guardia di Finanza fin qui c’è stata soltanto la convenzione a Roma.
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