di PAOLO CRISTOFARO
Che un problema tecnico, amministrativo o contabile che sia, si verifichi una volta soltanto, può capitare. Che si possa sbagliare l'incartamento di un progetto o di una rendicontazione, si può considerare. La questione è quando una dinamica, del tutto anomala, si verifica nello stesso posto, ripetutamente e sempre senza né colpevoli accertati né completa informazione ai cittadini. Era nell'aria da qualche tempo la notizia di ulteriori nuove revoche di finanziamenti regionali nei confronti del Comune di Squillace. Ne abbiamo avuto la prova, domenica scorsa, quando il primo cittadino, Pasquale Muccari, interrogato in consiglio comunale dalla minoranza - sui 753 mila euro revocati per il seminario (LEGGI) - ha reso nota l'emissione di una cartella esattoriale da più di 41 mila euro, nei confronti dell'Ente, per un finanziamento regionale parzialmente saltato (quello della rete museale creata con i comuni di Stalettì e Montauro).
Il sindaco avrebbe diffidato già gli altri due comuni al pagamento delle spese previste dal protocollo d'intesa, ma pare che i lavori della Casa delle Culture, a Squillace, facente parte della suddetta rete museale, abbiano già avuto non pochi problemi di per sé, per i medesimi motivi del seminario: rendicontazione e documentazioni incomplete o assenti, ritardi nelle fatture, intoppi burocratici inspiegabili. E così il museo della ceramica - completo di teche e arredi - non è mai stato aperto. Già la rendicontazione delle spese e la verifica dei lavori al seminario vescovile - struttura difatti non aperta al pubblico e appartenente ad un ente terzo, priva di qualunque convenzione col Comune - sta risultando difficile quanto l'interpretazione di un antico testo, i cui caratteri sono sbiaditi e del quale mancano non poche pagine (il decreto di revoca della Regione è stato chiarissimo!). Muccari sta cercando, come un marinaio armato di secchiello in una barchetta, di svuotare il Comune dai debiti (altrui) più velocemente di quanto stia affondando verso ulteriori dissesti.
Ma i debiti, a Squillace, sembrano davvero non finire mai. Non dimentichiamo gli altri 670 mila euro per il Parco Fluviale mai realizzato (perché i lavori li avevano fatti iniziare su terreni non cantierabili) e il finanziamento è saltato (LEGGI) . Ma non solo. Il 20 marzo 2019 - lo abbiamo appurato pochi giorni fa spulciando tra le carte - la Regione Calabria ha emesso un altro decreto, il n°4022, sempre per il Comune di Squillace: "Chiusura concessione per l'intervento dei lavori di recupero di Palazzo Palmisani" (la Casa delle Culture), per un ammontare di altri 54 mila euro circa. E di quest'ultima questione non conosciamo ancora neppure gli esiti definitivi. Insomma, cosa è successo a Squillace? Come ha fatto un comune di circa 3mila abitanti ad aver accumulato, negli anni, così tanti obblighi economici? Appare quantomai strano che, nonostante i fortunati finanziamenti ottenuti dall'ente regionale (e sono stati parecchi!) questi siano in gran parte andati persi o revocati per un motivo o per un altro. L'auspicio dei cittadini è che il sindaco-medico (Muccari è anche dottore), seguendo la lezione del Principe di Machiavelli, riesca a curare tanto il corpo del paziente quanto quello della città, individuando - o forse rendendo noto - il malanno, prima che il malanno abbia il sopravvento sulla città.
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