Carcere di Catanzaro, Uilpa: “La gestione dei detenuti con disagio psichico è sfuggita di mano"

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  07 luglio 2022 15:30

E’ un allarme quello lanciato dal segretario regionale della Uilpa Polizia Penitenziaria dell’Istituto penitenziario di Catanzaro, Salvatore Paradiso che, con un comunicato diffuso qualche ora fa, ha denunciato una serie di disordini, aggressioni e danni ingenti alla struttura carceraria, ad opera di uno stesso gruppo di detenuti. Danni provocati anche alla struttura ospedaliera interna dopo che un detenuto era stato accompagnato per un Trattamento sanitario obbligatorio (Tso).

«Purtroppo, come al solito, a pagarne le spese è stata la Polizia Penitenziaria che è  sempre più sola ad affrontare le criticità. Fa da cornice la mancanza di specialisti – psichiatri e psicologi , di medici , di educatori   e spesso è la Polizia Penitenziaria a sopperire a tali assenze, checché ne dica il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap).

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Alcuni detenuti, nella giornata di ieri, e per tutta la notte, hanno messo in atto una protesta inaccettabile, aggredendo anche il personale di Polizia Penitenziaria. Hanno anche divelto i cancelli e rotto tutte le apparecchiature dell’Amministrazione Penitenziaria provocando danni ingenti. Solo l’esperienza, la capacità di dialogo e la professionalità degli agenti in servizio, hanno fatto sì che non succedesse quanto accaduto alcuni anni fa in altri Istituti.

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Ma anche due sere fa - prosegue la nota -, uno di questi, ha messo in atto una forma di protesta sia nell’Istituto penitenziario che presso l’Ospedale dove era stato accompagnato. Anche in tale circostanza, la professionalità della Polizia Penitenziaria ha avuto la meglio sull’inciviltà e la barbarie. Ma il bollettino non si esaurisce qua: un ispettore è stato oggetto di forme di aggressione nei giorni precedenti, più volte, in differenti reparti.

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Oramai la gestione dei detenuti con disagio psichico – circa 90 a fronte di 10 posti detentivi per tali utenti – è sfuggita di mano e le responsabilità sono rinvenibili nelle autorità sovraordinate – Prap e Dap – che non sapendo come intervenire hanno creato dei veri e propri ospedali psichiatrici giudiziari negli Istituti penitenziari dove purtroppo non vi sono nemmeno le figure che erano presenti negli OPG – Psichiatri, psicologi, assistenti sociali ed educatori. E’ difficile pensare - chiude la nota - che ci possano essere cambiamenti in un sistema ormai sprofondato nel precipizio e dove il cambio dei Capi del Dap serve veramente a poco– in assenza di vere misure preventive, di strumenti seri e interventi governativi tesi a colmare le gravi carenze organiche. Cosa avrà fatto mai la Polizia Penitenziaria per meritarsi tutto ciò?» 

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