di DANIELE ARMELLINO*
Caro Anno nuovo, chissà quante persone in questo momento staranno pensandoti, scrivendoti, anelandoti, maledicendoti ancor prima di giungere tra noi. Insomma, le orecchie immagino ti stiano fischiando ormai da qualche giorno. Ti disturbo perché con te l’anno prossimo porterai anche le elezioni: europee e comunali.
A Vibo si comincia a non parlare d’altro: chi sarà il prossimo Sindaco, chi si candiderà, ché tanto sono tutti uguali, ché tanto sono tutti ladri (e non è vero), ché tanto quando arrivano lì, signora mia, e si accomodano sulla poltrona di pelle, cambia completamente la loro prospettiva. Ecco, caro Anno nuovo, proprio della mia Città vorrei parlarti: vorrei che i miei concittadini e le mie concittadine si ricordassero nel segreto dell’urna che il centrodestra che votano da tredici anni è il medesimo che, in tutte le forme nelle quali si è presentato nel corso degli anni, dicevo è lo stesso che sta lasciando questa città in molte sue parti un’incompiuta: pensa al teatro, caro Anno nuovo, o alla piscina comunale, oppure alla famosa scala mobile; pensa alle condizioni delle finanze comunali: anche il dissesto non si capisce più se ci sia o no, è un incompiuto anch’esso! Le tasse comunali invece no, quelle rimangono belle, definite e compiute!
Vorrei, caro Anno nuovo, che si smettesse di annunciare e si iniziasse a fare veramente, a rigenerare davvero la città: che non vuol dire asfaltare qualche strada o rifare qualche piazza. Vuol dire, piuttosto, mettersi a lavorare sulla rete idrica cittadina, progettare la città smart del futuro, pensare a ripopolare il corso e le tante case vuote.
Ma sarebbe ingiusto addossare tutte queste colpe solo alla nostra povera Maria Limardo, Anno nuovo caro, perché lei rappresenta l’ultimo terzo di questo cammino lungo tre mandati, che ha visto il centrodestra tenerci per mano e accompagnarci speditamente verso l’incompiuto.
Per esempio, l’onorevole Mangialavori ha celebrato pochi giorni orsono se stesso e la sua credibilità politica annunciando l’arrivo di quattro milioni e mezzo di Euro per riasfaltare le strade provinciali: ma lo sa, l’onorevole Presidente, che a malapena serviranno ad asfaltare cinquanta dei mille chilometri dell’intero sistema viario provinciale?
Mi chiedo, caro Anno nuovo, se Egli provi a prendere in giro noi cittadini o se stesso, chissà. Da un lato sarei portato a pensare più alla seconda ipotesi. Però, Anno nuovo, farei un torto a Limardo e Mangialavori se mi focalizzassi solamente su di loro, sarebbe ingiusto. Qui in città abbiamo gente che adesso, facendo elaborazione politica seduta sulla panchina, si è resa conto di quanto chiusa, provinciale e sciatta sia la nostra classe politica e dirigente: quale epifania! E prima? I loro occhi prima erano per caso ostaggio della cataratta, le loro orecchie del cerume? E anche basta, Anno nuovo, con tutti quei discorsi sul giardino sul mare! Non se ne può più. Vorrei che ci fosse meno nostalgia di un passato che è passato. Anche perché il passato ce lo ricordiamo sempre più bello proprio perché è passato.
E poi, Anno nuovo, è vero che in città c’è sempre meno gente, molti se ne vanno, tanti se ne sono già andati, altri ancora se ne andranno, però questo non può giustificare il trasformismo. Quello no, Anno nuovo, basta. Non si contano le personalità cittadine che si stanno attrezzando per costruire liste e controliste, pur avendo fatto parte in passato di schieramenti contrapposti: da destra verso sinistra (meno), da sinistra verso destra (molto di più), incontrandosi poi tutti al centro. Come l’hanno svilito questo centro: lo definiscono luogo di civismo, di concretezza, di realismo: io ci vedo soltanto cinismo, e trasformismo.
Chiedono voti per gestire potere, non per socializzare e risolvere i conflitti, non per portare a felice soluzione i problemi. Forse è meglio non risolverli proprio, i problemi: ci daranno l’opportunità per nuove trasformazioni future, che ci permetteranno di rimanere sulla cresta dell’onda.
E che gli elettori siano sempre meno, che fuggano da Vibo e dal Sud e dall’Italia non è mica un problema, anzi meglio! Vorrei, Anno nuovo, che tutte e tutti noi fossimo abbastanza forti da alzarci e dire: NO. Adesso ci vuole rispetto per le Istituzioni comunali, ci vuole rispetto per i cittadini elettori. Non che a sinistra o tra le stelle le cose vadano molto meglio, Anno nuovo, eh.
Lì sì, sembra davvero di vedere una marea di generali senza truppe: partiti svuotati di militanti e simpatizzanti perché è così in tutta Italia, perché è così soprattutto al Sud, perché forse la sinistra, ancor più della destra, ha dato per scontati gli elettori. La destra ha promesso e non mantenuto; la sinistra spesso neanche quello.
Spero, Anno nuovo, che tu possa ispirare i dirigenti e i militanti avversi al centrodestra, affinché capiscano che l’unica arma che hanno a disposizione è quella di coinvolgere le persone, accenderle di passione, renderle protagoniste e soggetti del cambiamento: non oggetti del proprio desiderio elettorale. Solo così potrà nascere qualcosa di nuovo e di sano, a mio modesto avviso. Insomma, caro Anno nuovo, hai un compito ingrato quest’anno, e sei pure bisestile, peggio non potrebbe andarti.
E, lo so, qualcuno leggendo questa mia sarà portato a pensare: beh, è facile parlare, è facile sputare sentenze. No, in realtà non è facile, caro Anno nuovo, ci vuole coraggio, ci vuole passione, ci vuole forza di volontà. Anche perché, se a parlare e a esprimere opinioni dovessero essere solamente i decisori politici, beh, verrebbe meno gran parte del nostro già stremato impianto democratico. Io, noi abbiamo il dovere di parlare, di esprimerci, di far capire a questi signori e a queste signore che non possono e non devono fare ciò che vogliono, ma hanno un popolo sovrano cui dare conto.
Ci fu un presidente del Consiglio, frodatore fiscale e utilizzatore finale di prostitute, anche minorenni, che una volta disse che il Parlamento non serviva, bastavano i capigruppo. Guarda caso, era il capo del partito dell’Avvocato Limardo e dell’onorevole Mangialavori: ebbene, io, Anno nuovo, non ci sto, non intendo starci, e lo voglio dichiarare pubblicamente da cittadino libero, consapevole e rispettoso delle Istituzioni e della Costituzione. Per parafrasare un grande Presidente della Repubblica del secolo XX, a questo gioco al massacro io non intendo starci! E spero, Anno nuovo, neanche tu. Buon anno e buona lotta a tutte e tutti!
*Vibonese, nato, cresciuto e ancora residente a Vibo Valentia, nonostante abbia fatto e finito l’università a Roma e lavori a Civitavecchia. Insegnante di italiano, storia ed educazione civica presso l’istituto alberghiero di quest’ultima Città; da sempre appassionato di politica e impegnato nel volontariato cattolico e laico.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736