"Cartellino Rosso". Caruso, dipendente del Pugliese, puo' tornare al lavoro: annullata la misura cautelare

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Il Tribunale di Catanzaro
  09 luglio 2020 11:24

di EDOARDO CORASANITI

Il Tribunale della Libertà ha annullato la misura cautelare della sospensione dal lavoro a Enrico Caruso, dipendente dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro., indagato nell'ambito dell'operazione "Cartellino Rosso" condotta dalla Guardia di finanza e dalla Procura del capoluogo e che il 24 aprile scorso ha colpito 57 dipendenti e dirigenti dell’Asp e dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro accusati di assenteismo o allontanamento dal posto di lavoro. A quindici di questi è stato notificato l'avviso di conclusioni delle indagini con la misura di sospensione dal lavoro. 

Difeso dall'avvocato Aldo Casalinuovo che ha presentato e argomentato l'istanza al Riesame, Caruso potrà tornare in servizio. I magistrati del capoluogo infatti hanno annullato la misura interdittiva di sei mesi inizialmente applicata dal Giudice delle indagini preliminari. Accolto anche il dissequestro della somma a lui sequestrata, 647 euro (equivalente a 66 ore di presunta assenza). 

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Sono 5 (su cinque casi esaminati) le misure cautelari finora annullate dal Tribunale della Libertà e che dunque comporta la possibilità per gli indagati di ritornare sul posto di lavoro.

La prima è stata quella nei confronti di Carlo Nisticò (difeso dall’avvocato Giuseppe Fonte), inizialmente sospeso per un anno e accusato di aver percepito impropriamente circa 2600 euro;
Giuseppe Folino Gallo (difeso da Eugenio Perrone), 9 ore, 135,24 euro, inizialmente sospeso per 3 mesi;
Maurizio Mazziotti (difeso da Domenico Pietragalla e Francesco Pullano), 28 ore di assenza, 426,30 euro, inizialmente sospeso per sei mesi.
Antonio Aloi (difeso dall'avvocato Giuseppe Vetrano), 7 ore di assenza, 125.48 euro, e a cui il Gip aveva applicato 3 mesi di sospensione;
Enrico Caruso (difeso da Aldo Casalinuovo), 66 ore di assenza, 647 euro, inizialmente sospeso per sei mesi.

Diversa la posizione di Mario Mangiacasale (34 ore di assenza, 664 euro di illecita acquisizione), difeso dall'avvocato Antonio Chiarella: inizialmente colpito dalla misura cautelare, lo stesso Gip ha dichiarato l'inefficacia della sospensione in quanto al momento dell'esecuzione l'indagato era già andato in pensione



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