Caso Augias. Lettera a Repubblica di Marino (Vitambiente): "I calabresi per bene non possono essere liquidati così"

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images Caso Augias. Lettera a Repubblica di Marino (Vitambiente): "I calabresi per bene non possono essere liquidati così"
Pietro Marino
  28 novembre 2020 13:02

di PIETRO MARINO*

 

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Egregio Direttore di Repubblica, Dott. Maurizio Molinari,

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la Calabria delegittimata, abbandonata e senza prospettive? Il periodo di tempo che contraddistingue le ormai consuete e ataviche difficoltà e i bisogni della Regione Calabria impattano con l’emergenza Covid 19, un sistema sanitario imploso e mal gestito che si trova davanti ai numeri impietosi dell’onda epidemica che sta travolgendo l’ormai debolissimo sistema socio economico locale.

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Eppure noi di Vitambiente, associazione ambientalista, nata a Catanzaro, subito dopo la fine del lockdown a maggio avevamo fatto delle proposte concrete con un documento inviato alla Regione per poter gestire l’emergenza sanitaria e cercare di contrastare l’onda epidemica.

La paradossale vicenda del Commissario Saverio Cotticelli, il clamore mediatico della sua nota vicenda la conseguente esposizione della Regione a livello nazionale e la nomina di ieri dopo giorni di attesa, da parte del Governo di un super poliziotto il Dott. Guido Longo, già Prefetto a Vibo Valentia e capo della Squadra mobile di Reggio Calabria, potenziato con 25 unità di personale al quale rivolgiamo buon lavoro, mostra la grave situazione Politica e sociale che vive la Regione Calabria.

A dare il colpo di grazia, che nessuno si aspetta nei termini e nei modi in cui è avvenuto, ad una comunità Regionale che si vuole riscattare magari con le proprie forze e proprio Corrado Augias (scrittore, autore televisivo, giornalista ,ex politico), già rappresentate politico al parlamento Europeo del collegio sud, quindi anche per la Calabria per il P.D.S., che ha scritto un articolo su Repubblica, nel quale riporta testualmente la seguente frase: “La Calabria però non è una terra normale, è una regione dove la criminalità coincide speso con la restante società e anche con le istituzioni”. Queste parole ci indignano e testimoniano che la Calabria vuole essere solo terra di conquista elettorale, non un luogo di confronto per lo sviluppo socio economico.

Ebbene sì non si può liquidare la Calabria ed emarginare per i gravi fenomeni di ndrangheta, clientelismo, corruzione, se si abbandona la Calabria si abbandona l’Italia e direi anche l’Europa. La nostra regione è una componente essenziale per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese e dell’intera Unione Europea, la posizione geografica e geopolitica indicano la Calabria quale centro dei flussi migranti del Mediterraneo e dell’Eurasia, di grandi prospettive anche economiche. Nonostante il livello medio di benessere economico, misurato sinteticamente tramite il Pil procapite, vede la Calabria collocarsi verso il basso del gruppo delle regioni europee, insieme ad altre regioni del Sud italiano, come la Sicilia e la Puglia, a numerose regioni greche, a Malta, a regioni del Sud e del centro della Spagna (Andalusia, Melilla, Castilla-La Mancha) a regioni meno sviluppate del Portogallo, come l’Algarve o l’isola di Madeira ed all’area di Bucarest, in Romania. Tuttavia, non si tratta della fascia in assoluto più povera, perché collocata relativamente meglio rispetto a diverse regioni dell’Est europeo, in particolare della Polonia, della Slovacchia, dell’Ungheria, dei Paesi baltici e della Bulgaria. In termini di redistribuzione attorno a tale media, ed in particolare rispetto alla coda più povera di tale distribuzione, misurabile tramite la percentuale di popolazione in condizione di grave deprivazione materiale, la Calabria si distacca nettamente, purtroppo verso l’alto, dal gruppo intermedio delle regioni europee, condividendo il suo cluster con Stati notoriamente afflitti da problemi distributivi notevoli, come Lituania e 33 Lettonia, con regioni particolarmente povere della Spagna, come Melilla, con alcune regioni greche, insieme, a livello italiano, con Basilicata e Sardegna. Le regioni della Bulgaria, della Romania ed alcune regioni slovacche evidenziano un posizionamento peggiore. I Dati sulla popolazione regionale, nel 2019, diminuiscono dello 0,4% rispetto all’anno precedente, in linea con andamenti tipici dell’intero Mezzogiorno, ma in misura relativamente più intensa rispetto alla media nazionale. Si tratta peraltro, per la Calabria, di una tendenza di medio periodo di costante contrazione del numero degli abitanti: fra 2011 e 2017, la regione perde più di 1.700 residenti all’anno. Le contrazioni demografiche più rilevanti si verificano nelle province di Vibo Valentia (-0,5%) e di Reggio Calabria (-0,5%) in un contesto in cui tutte le province perdono, in modo piuttosto omogeneo, popolazione residente. Il punto di maggiore riflessione del posizionamento europeo della Calabria è costituito dal mercato del lavoro: la regione è nel cluster finale, lontano dal valore medio continentale (vicino al 67%, a fronte del 39,8% regionale). Quanto a propensione imprenditoriale, misurata tramite il rapporto fra unità locali e popolazione, la Calabria occupa una posizione medio bassa nello scenario comunitario. Il cluster europeo di appartenenza comprende regioni ungheresi diverse dalla capitale, polacche, bulgare e dell’interno della Croazia che condividono con la Calabria un modello produttivo imperniato sulla piccola impresa e caratterizzato da una bassa capacità (o modeste opportunità) di fare impresa da parte delle popolazioni locali. Un sistema territoriale innovativo, nell’era dell’accessibilità e della dematerializzazione dell’economia, non può fare a meno di alti livelli di diffusione della banda larga. La Calabria si colloca in questo caso nel penultimo cluster della distribuzione delle regioni europee per diffusione della banda larga fra le famiglie, insieme a 35 regioni del centro-sud della Romania, a regioni portoghesi, alla Corsica o alla Martinica, oppure ad alcune regioni magiare.

L’analisi socio economica riporta un quadro complessivo di dati, rilevato da Eurostat non lusinghiero si dimostra inequivocabilmente che i 50 anni di Regionalismo la programmazione di ingenti flussi economici non hanno innescato o modificato un trend di sottosviluppo, si nota però una controtendenza generata da quelle iniziative di uomini e donne calabresi, magari atomistiche raggruppate in cluster territoriali che della Calabria ne fanno una eccellenza mondiale, soprattutto nel settore dell’agroalimentare e delle tecnologie informatiche e della ricerca.

Da ciò si desume che la nostra Regione ha vissuto e vive in un sistema politico gestionale e di rappresentanza bloccato, costituito da un apparato non in grado di raccogliere le sfide del presente e del futuro. Questo blocco è dovuto alle scelte passate delle comunità locali e ai partiti politici che non hanno saputo rinnovarsi, più in generale al complesso delle forze sociali mediocri, siamo ad un bivio o si inverte il cammino innovando la nostra classe dirigente o la Calabria è destinata ad essere ingiustamente criticata e colonizzata da gruppi o forze politiche esterne che non guarderanno ai problemi della Calabria, ma solo ai propri interessi personali. In Calabria, anche grazie al lavoro della Magistratura e delle forze dell’Ordine, già da tempo la gran parte dei giovani e dei professionisti onesti si stanno impegnando nel sociale nell’imprenditoria, nella valorizzazione del potenziale culturale ed endogeno del nostro territorio, basterebbe sentirli e supportarli, forse articoli come quello di Corrado Augias potrebbero essere scritti pensando positivo, senza liquidare la Calabria come terra di malaffare e di ndrangheta.

                                                         *Avvocato, presidente del movimento nazionale Vitambiente

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