Caso Comalca. La rabbia di un operatore: "Chiusi da cinque giorni perché i tamponi non processati con urgenza. Non si può fare impresa in questa città"

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images Caso Comalca. La rabbia di un operatore: "Chiusi da cinque giorni perché i tamponi non processati con urgenza. Non si può fare impresa in questa città"

La lettera di Francesco Gatto indirizzata al sindaco Abramo

  04 ottobre 2020 12:02

Il caso Comalca tiene ancora banco a Catanzaro. Il mercato resterà chiuso per tutta la giornata di oggi, nonostante le rimostranze di alcuni operatori. Fra questi, Francesco Gatto e Felicetta Palmino, dell'EFFEMMEFRUIT srl (BOX 29/31) hanno inviato una lettera al sindaco che riportiamo integralmente.  

"Alla luce di quanto accaduto in questi giorni, abbiamo dovuto accettare, nostro malgrado, le gravi carenze del nostro sistema sanitario, per come gestito a livello locale. Siamo venuti a conoscenza, grazie alle parole del Presidente del Consiglio Comunale, nella giornata del 03/09/2020, che i tamponi prelevati all’interno del centro agroalimentare CO.M.AL.CA siano stati processati senza alcun provvedimento di urgenza, bensì trattati come normali prelievi e lavorati insieme a tutti gli altri effettuati nell’ambito cittadino e provinciale.

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Vista la comunicazione dell’Asp del 29/09/2020, in cui si consigliava la chiusura del centro per i giorni necessari ad effettuare i tamponi faringei, ci chiediamo, signor sindaco, se la stessa Asp, attraverso qualche suo dirigente, non avrebbe dovuto monitorare la raccolta dei tamponi ed accelerarne la lavorazione per poterne fornire l’esito direttamente a lei e procedere, in caso di esiti negativi, alla normale riapertura del centro agroalimentare.

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Ci chiediamo come sia potuto accadere che i nostri circa 300 tamponi prelevati nelle date del 30/09/2020 e del 01/10/2020 non siano stati processati con l’urgenza e la cautela che il caso richiedeva, a salvaguardare la città dagli sviluppi di nuovi focolai e contemporaneamente a garantire agli operatori di continuare a svolgere il proprio lavoro.

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Siamo ormai al quinto giorno di chiusura continuata e forzata del centro, non era mai avvenuto che in una città si procedesse alla chiusura del mercato agroalimentare cittadino per un periodo così lungo.

Ci sono stati casi in città in cui in diverse attività commerciali, non appena venuti a conoscenza di casi covid, si è provveduto a sanificare, ad effettuare i prelievi dei campioni faringei per individuare i casi infetti e procedere alla immediata riapertura, se chiusura mai vi sia stata.

Noi operatori del Comalca, ci siamo attenuti alle disposizioni, abbiamo accettato nostro malgrado la chiusura sottoponendoci immediatamente ai prelievi, l’ente gestore ha provveduto nei tempi previsti alla immediata sanificazione, ma ciò non è servito a nulla.

Mi chiedo come sia possibile che, i commercianti del mercato agroalimentare, gli unici che in pieno lockdown hanno garantito la puntuale distribuzione delle derrate alimentari cittadine e provinciali, che hanno provveduto ad effettuare consegne in sicurezza anche a domicilio, spesso in maniera del tutto gratuita nei confronti di famiglie meno abbienti, siano improvvisamente additati come untori.

Oggi, signor sindaco, noi ci sentiamo abbandonati da tutta l’amministrazione cittadina, a parte gli appelli dei consiglieri comunali Angotti, Consolante, Costanzo, Levato, Lostumbo, Pisano, Praticò, Procopi, Renda e Riccio del 02/10/20020, nessuno si è fatto carico delle nostre problematiche, nessuna istituzione è venuta a sostenerci ed aiutarci nella riapertura del centro, nessuno si è prodigato per accelerare le operazioni e riaprire in sicurezza.

Come era già successo per i mercati rionali, in cui si è provveduto immediatamente alla chiusura, poiché gli addetti considerati non sono stati ritenuti in grado di poter mantenere alti i livelli di sicurezza, (a differenza di tutto il territorio italiano), nello stesso modo si è provveduto a chiudere il Comalca senza appelli.

Forse la città non si accorge di quello che sta accadendo. Le derrate alimentari, nella grande distribuzione alimentare, non mancano grazie ai loro centri distributivi, dislocati fuori dalla Calabria, che fanno arrivare i loro prodotti sui banchi dei supermercati. Al contrario, le piccole attività locali di rivendita di ortrofrutta sono vuote e non sanno dove rifornirsi dei loro prodotti se non fuori dall’ambito provinciale, molte piccole aziende agricole lasciano il loro prodotto incolto poiché non in grado di commercializzarlo.

Mi chiedo, signor sindaco, se fosse accaduto il contrario, se ci fosse stata la necessità di chiudere immediatamente tutti i supermercati per probabili contagi, se la stessa avrebbe lasciato tutti indifferenti, o si sarebbe gridato al sabotaggio.

Posso affermare, con la consapevolezza di quanto accaduto, che in una città come la nostra non è auspicabile fare impresa, in particolare per i piccoli imprenditori. Non è auspicabile assumere personale e farsi carico in qualche modo delle loro famiglie, perché basta incorrere in una delle maglie della cattiva amministrazione (basti pensare alla questione dei tamponi non ancora processati) per fallire commercialmente.

Per questo motivo lunedì provvederò a consegnare le chiavi della nostra attività commerciale presso il vostro ufficio poiché impossibilitati a svolgere il nostro lavoro".

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