






di MARIA PRIMERANO
Certamente un personaggio. Anticonformista. Estremamente gentile, educato, dolce, anche simpatico. Viso e comportamento da persona per bene, da bravo ragazzo. Un pianista per le nuove generazioni. Lui è Maurizio Mastrini, umbro, ricco curriculum, giunto in città per un concerto, Ghost international tour, invitato da Animula, associazione musicale lametina, a Palazzo De Nobili.
Abito bianco e t-shirt bianca, folta capigliatura acconciata con treccine fermate da piccoli nastri fucsia, gialli, verdi, punti di colore tra la massa bionda tenuta a bada da una bella fascia verde mela, e poi …il clou … Maurizio siede al pianoforte e inizia a suonare, così come si è presentato, a piedi nudi, con anello al dito del piede e cavigliera. Certamente, dunque, è un personaggio!
Ben lontano dal classico pianista d’antan tutto serio, gelido e abbottonato, cosa sopportabile se fosse Arthur Rubinstein o Arturo Benedetti Michelangeli, con programmi difficili da seguire da parte di un pubblico generalmente impreparato, limitato nelle conoscenze di musica classica, e che quindi inevitabilmente rimane annoiato anche solo per osservare.
Le nuove generazioni, poi, vogliono altro e lui, Maurizio Mastrini, col suo anticonformismo, la sua musica ispirata alla natura, il suo modo di presentarsi e di fare certamente li attrae. Maurizio Mastrini sfoggia tecnica fresca di studio e racconta la sua musica a note e parole.
Racconta di quando prese in fitto in albergo in Sorrento la stanza dove soggiornò Caruso e quanto ne sia stato ispirato per scrivere Ghost, fantasma, appunto; di quando si sentì ispirato a comporre musica non appena fu data notizia dell’elezione del nuovo papa; di quanto Tony Renis abbia apprezzato un suo brano e lo abbia incoraggiato; di avere scritto sulle lettere B.A.C.I. un brano dedicato ai Baci Perugina, famosi cioccolatini della sua terra; di quando sognò Bach, maestro indiscusso delle fughe, e iniziò a comporle e suonarle al contrario.
Racconta, poi, la sua storia di quando era bambino. Padre fabbro, Maurizio Mastrini era affascinato dai suoni del laboratorio e costruiva strumenti musicali con pezzi di fortuna ricavati lì dentro. Considerato enfant prodige, lo inviarono, dunque, da un Maestro per studiare musica e poi in Conservatorio. Studi classici, quindi sette anni di fermo.
Abbandonava, allora, il pianoforte per riprenderlo successivamente imboccando una nuova strada e una nuova vita, una svolta, quella che lo porta oggi a vedere i suoi sogni realizzarsi – Non abbiate paura dei sogni, perseguiteli e si avvereranno – dice, infatti, soddisfatto e a suonare anche alla Carnegie Hall in New York.
Sono al 984esimo concerto, dichiara a Catanzaro, e poi le sue mani volano sulla tastiera nei pezzi brillanti, indugiano sui brani melodici, sorprendono, e affascinano, specialmente quando, in conclusione di ogni esibizione, saluta il pubblico con un delicato gesto danzante della mano destra e il suo accattivante sorriso. Come per porgere un mazzo di fiori, fiori di note. Un successo.
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