di MARCO VALLONE
Una domenica pomeriggio dedicata a calabresi eccellenti ha contraddistinto la VII edizione del Premio Carlino d'Argento, ideato da Yves Catanzaro, andata in scena sul palco del Teatro Politeama del capoluogo di regione calabrese. Una grande partecipazione di pubblico ha reso lustro al prestigioso riconoscimento e alle diverse personalità di spicco protagoniste della cerimonia, restituendo con evidenza l'immagine di una manifestazione ormai sempre più certezza del periodo prenatalizio del centro storico cittadino.
L'appuntamento, condotto da Domenico Gareri, si è aperto con un bel numero di danza, frutto di una coreografia della Scuola di ballo del Teatro Politeama curata da Giovanni Calabrò, seguito dall'ingresso sul palco del padrone di casa, Yves Catanzaro, che ha spiegato meglio la genesi del riconoscimento. “Nel 2017 io e Franco Megna, in una stanza – ha spiegato l'ideatore del Premio -, pensavamo a quale nome dare a un premio che potesse essere identitario della città di Catanzaro e del territorio calabrese tutto. Nei nostri studi, nelle nostre ricerche, ci siamo imbattuti in un periodo storico preciso, il 1528, quando ci fu l'assedio delle truppe francesi a Catanzaro. E i nostri catanzaresi, nonostante fossero in sottonumero evidente (si narra in 11mila contro 33mila), eroicamente sono riusciti a sconfiggere le truppe francesi. In questo caso Carlo V diede la possibilità ai catanzaresi di battere moneta alla città di Catanzaro, per coniare quindi il Carlino d'Argento”.
Da qui quindi è venuto fuori il logo del prestigioso riconoscimento, un'iconica moneta sulla base della quale sono stati realizzati dall'orafo Antonio Affidato anche i premi consegnati, durante la cerimonia, ai diversi insigniti dalla commissione del Premio, presieduta da Anna Russo.
E veniamo dunque ai premiati. Il Premio per la sezione Cultura è andato all'archeologo Francesco Cuteri. “Ho deciso che avrei fatto l'archeologo in terza elementare – ha raccontato Cuteri -. Ho preso quella strada, e poi l'ho portata avanti. Poi è chiaro che uno, in giro per l'Italia, matura tante esperienze. Però proprio sentivo il bisogno di provare a dare un valore ulteriore a qualcosa che da noi si trova con una semplicità assoluta. Ma forse, proprio per questo motivo, sono cose che ai più sfuggono. E allora in questi anni, in seguito anche a una scoperta molto particolare che ha accompagnato la mia ricerca, ho cercato di trasmettere quello che io provavo, quello che io sentivo. Ho quindi trasformato la mia attività, cercando di fare un po' più il divulgatore dell'archeologia, del patrimonio culturale”.
Un Premio Speciale è invece stato affidato alle mani di Maria Concetta Miniaci, insignita per il suo impegno nell'ambito della fisiologia umana. “Sono molto onorata di essere qui – ha commentato emozionata Miniaci -. Sono partita da qui, e per me è stata una grande opportunità studiare medicina a Catanzaro. Sono stata molto fortunata, perché il mio è stato il primo anno in cui hanno prodotto un corso di laurea che è stato negli anni estremamente selettivo. E abbiamo avuto dei docenti molto stimolanti. Al secondo anno io ho scoperto la passione per le neuroscienze. Studiavamo articoli scientifici su libri in inglese, e questo mi ha permesso di interfacciarmi con un ambiente scientifico stimolante. Non avrei mai immaginato che quell'articolo, che avevo letto nel secondo anno di medicina, fosse stato scritto da un premio Nobel con cui poi io sono andata a lavorare qualche anno dopo” ha raccontato Miniaci, richiamando l'applauso del pubblico, e ricordando più nello specifico, poi, il suo attuale impegno nello studio dei meccanismi molecolari e cellulari alla base della memoria.
Il terzo premio di serata, per l'Imprenditoria giovanile, se lo è aggiudicato la start up Searcode srl. “Siamo una start up innovativa – ha evidenziato il rappresentante della giovane impresa -. siamo in un settore un pochino atipico rispetto a quello che riusciamo a trovare nel sud Italia, in Calabria. Siamo nell'elettronica di consumo, dove ci sono le grandi corporate come Apple e Microsoft. Siamo atipici perché in Italia ci sono pochissime aziende che fanno elettronica di consumo come noi: realizziamo prodotti elettronici per il consumatore finale. Sono prodotti un po' particolari, perché in Italia non abbiamo il know how per riuscire a realizzare questo tipo di prodotto: non ci sono gli ingegneri, non ci sono i tecnici in generale, non ci sono tantissime competenze industriali. Quindi noi ci siamo dovuti buttare in questa sfida, realizzando questo tipo di prodotti con tutte le fasi complesse di ricerca e sviluppo che realizziamo a Catanzaro. Abbiamo realizzato laboratori di elettronica negli anni, e abbiamo assunto giovani ingegneri che ci permettono di progettare e curare tutta la fase di ricerca in Calabria, E allo stesso tempo ci occupiamo anche della produzione dei nostri prodotti”.
Il premio per le Arti visive e discipline dello spettacolo è andato a Luca Marino, presidente di Indaco Film. “Dovete sapere che ho iniziato questo percorso con Domenico Gareri – ha raccontato il regista -. Abbiamo condiviso milioni di chilometri. Il suo esempio è stato da monito per me. Le tematiche che tratto nei miei film sono importanti perché io penso che non bisogna per forza essere Gino Strada, e fondare Emergency, per aiutare le persone. Da piccolo volevo fare il medico, però avevo paura del sangue, e quindi forse non era la mia strada. Allora mi sono chiesto 'come si può aiutare le persone'? E allora il cinema come l'arte, come i libri, come tante cose, possono accendere un faro, un riflettore su un problema. Allora noi siamo anche da aiuto, da stimolo, per queste tematiche”.
Premio alla carriera per Giovanni Calabrò, maestro della scuola di ballo del Teatro Politeama. “Parlare di danza significa per me parlare della mia dimensione – ha sottolineato Calabrò -. Mi ha accolto da bambino e ancora oggi, da adulto, mi nutre. Credo che sia un ruolo privilegiato. Ringrazio chi ci gratifica scegliendoci, ringrazio costantemente i miei allievi che si dedicano a raccontare emozioni, in un momento in cui di emozioni si parla difficilmente, principalmente quando parliamo di ragazzi. Quindi essere depositari da parte loro di aspettative, impegno e dedizione per me è un crescendo artistico che a volte va al di là di quella che è la tecnica accademica”.
Il premio per l'Impegno per il sociale ha visto come protagonista l'Ente nazionale sordi, sezione di Catanzaro. Con la lingua dei segni, e l'ausilio di una brava interprete, il presidente Serafino Mazza si è detto “molto emozionato per questo premio. Abbiamo festeggiato i 70 anni della nostra associazione, che tutela i diritti delle persone sorde. Per noi questi 70 anni sono stati pieni di lotta, e di obiettivi raggiunti, grazie anche alla collaborazione del nostro presidente regionale Antonio Miriello. Speriamo di raggiungerne ancora altri”.
Vi sono stati poi ulteriori riconoscimenti, delle targhe, per altre eccellenti personalità. Una targa è stata riconosciuta alla stilista Azzurra Di Lorenzo. “Questa è la mia città, sono andata via 20 anni fa da Catanzaro – ha affermato Di Lorenzo -. Sono rimasta a Milano, ho studiato moda e sono diventata una stilista di alta moda. E adesso sto viaggiando un po' in tutto il mondo. Sono tornata da pochissimo dal Kuwait, ed era un traguardo che io sognavo da bambina. E' difficilissimo arrivare in questi paesi, ci sono riuscita, sono stata chiamata da sua eccellenza Lorenzo Morini e sua moglie, l'ambasciatore italiano in Kuwait. E lì, davanti a reali, principi e sceicchi sono riuscita a fare una sfilata di alta moda che è stata un successo. Ho aperto un piccolo canale in Kuwait, e piano piano, da buona calabrese, cercherò di farmi sempre più spazio”. Di Lorenzo ha poi regalato, attraverso delle brave modelle, una piccola sfilata con alcune sue creazioni al pubblico presente al Politeama.
Un'ulteriore targa se l'è aggiudicata, ancora, l'artista Mario Vetere. “L'utilizzo della mia tecnica 'negativoèpositivo' – ha commentato Vetere - è un modo di avvicinare i giovani all'arte, visto che hanno sempre questo smartphone in mano. Realizzo tutto a mano, sfumo tutto con le dita, non utilizzo pennelli. E poi mi è piaciuta l'idea di mettere un accento tra negativo e positivo, per cercare di trovare l'elemento positivo anche nelle cose negative. Perché c'è sempre”.
Infine due targhe sono andate agli scrittori Gianluca Facente e Sandra Giglio. “La scrittura e la lettura sono i mezzi di comunicazione più antichi – ha evidenziato Facente -. Ho sentito spesso in questi giorni un termine, 'valorizzazione', e non poteva che partire da Catanzaro. Non mi sono mai arreso all'immagine di una Calabria relegata al nero del lutto di sempre, e al solo fattore gastronomico e alla tarantella. Noi non siamo solo quello. Siamo tanto altro: siamo storia, architettura, siamo personaggi e soprattutto cultura”. Sandra Giglio, da parte sua, ha sottolineato come per lei sia stata già un'emozione “scrivere insieme a Gianluca che era già affermato. Io sono una divulgatrice di cultura. Dico ai giovani di avere il coraggio, il rispetto della propria terra, riconoscersi nel proprio passato per cercare di portarlo sempre più in alto, come stiamo cercando di fare noi oggi”
La serata è stata accompagnata, nel suo svolgersi, anche dalle esibizioni del cantautore Dasco, in un medley, di Carmen Folino, con una cover di “Ci vorrebbe il mare” di Marco Masini, e di Anna Lacroce, che ha portato sul palco un suo brano inedito intitolato “Ci sono anch'io”. Da segnalare inoltre la collaborazione alla cerimonia di FITP (Federazione Italiana Tradizioni Popolari) e di Telethon, i cui rappresentanti hanno fatto un accorato appello per la donazione a sostegno della ricerca sulle malattie rare.
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