Catanzaro, Alessandro Barbero racconta San Francesco: la storia 'scomoda' del patrono d'Italia

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  04 novembre 2025 21:33

di GABRIELE RUBINO

L'applauso, anzi la standing ovation pre e post spettacolo era scontata. E non poteva essere altrimenti, perché Catanzaro ha ospitato il più famoso storico e divulgatore italiano: Alessandro Barbero. Una data dedicata a un tema pop, ma piuttosto 'disilluso': Francesco, il patrono d'Italia, quello di Assisi (non di Paola), il santo più discusso o più 'scomodo' per usare il lemma dell'autore. 

Scomodo perché lil santo, per cui è stata recentemente istituita la festa nazionale, ha avuto tante 'vite', quante quelle scritte secondo i dettami dell'ordine 'francescano' (divenuto contro la volontà del creatore pauperista una 'multinazionale' anticipatrice dei tempi). Quelle di Tommaso da Celano o quella di San Bonaventura. Progressivamente sempre più inclini a descrivere l'ex mercante senza alcun possedimento come 'un altro Cristo'. Probabilmente una forzatura o comunque una riscrittura della Chiesa per attrarre nuovi fedeli. 

Nel racconto di Barbero, il professore specializzato in storia medievale, dimostrativa è stata l'evoluzione dell'incontro con i lebbrosi. Anzi, con il lebbroso (seconda versione) che è diventato già un'apparizione e nell'apogeo era sì l'apparizione ma del Cristo. Ma, alla fine, Francesco, il santo più veloce della storia, doveva essere 'dipinto' così: etereo, perfetto. Con o senza rapimento di una minorenne, la futura Santa Chiara. Peccato, fosse un uomo. Come molti altri, anche se un po' di più. La scomodità terrena e 'francescana', alla fine, è un po' italiana. Molta apparenza, magari con contenuti, ma con un certo grado di esagerazione ed esaltazione. Ma come insegnava il Santo, nel suo latino balbettante, è meglio il pragmatismo senza tanta teologia e intellettualismo. 


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