Catanzaro. Arrestato con oltre 2kg di marijuana e 24 piantine a casa, ma era cannabis light: assolto un 27enne di Davoli

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images Catanzaro. Arrestato con oltre 2kg di marijuana e 24 piantine a casa, ma era cannabis light: assolto un 27enne di Davoli

  07 luglio 2021 09:52

di EDOARDO CORASANITI

Arrestato, mandato in carcere e assolto perché il fatto non sussiste. E’ la declinazione di quello accade spesso a molti, moltissimi che hanno a che fare con la giustizia in Italia. E’ il caso di P.G., 27 anni, di Davoli (Catanzaro), finito in manette lo scorso 10 settembre con l’accusa di "produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope" per il ritrovamento nella sua abitazione di 2kg e mezzo di marijuana e 24 piantine.

Una sostanza che però viene etichettata come “cannabis light” dagli esperti tossicologici dei Laboratori per l'Analisi di Sostanze Stupefacenti (Lass) di Vibo Valentia , e quindi soggetta ad una diversa e più misurata legislazione: in base alle analisi è emerso che l'imputato non solo aveva rispettato le regole per la coltivazione di cannabis light (legge 242/2016) ma soprattutto hanno trovato spazio i concetti di "dose media singola" e la bassa capacità drogante della marijuana. Tutti fattori che sommati hanno portato ad un risultato scontato del giudice Barbara Saccà, chiamata a decidere sulla vicenda dove l'imputato ha optato per il rito abbreviato: assoluzione perché il fatto non sussiste, nonostante la richiesta ad un anno di reclusione da parte della Procura della Repubblica di Catanzaro.

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L’arresto. I carabinieri entrano in casa sua e trovano 2 kg e mezzo di marijuana e 24 piantine di 0,5 metri e di 1,5 metri circa in pieno stato vegetative. Uno scenario che spinge i militari a ritenere che la sostanza stupefacente non sia destinata ad “un uso non esclusivamente personale”. 

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La palla poi è passata in Tribunale, dove gli avvocati Sergio Callipari e Francesco Trasimeni hanno portato all’attenzione dei magistrati la sentenza della Corte di Cassazione a Sezione unite secondo cui , “salvo che tali derivati siano, in concreto, privi di ogni efficacia drogante o psicotropa, secondo il principio di offensività”. Un caso che combaciava perfettamente con quello del 27enne di Davoli.

Inserita tra gli atti della difesa anche una disposizione della Corte Costituzionale. Interpellata proprio dalla Corte d’Appello di Catanzaro, i giudici della Consulta hanno scritto a chiare lettere che la legge sul contrasto allo spaccio “non prevede che anche la coltivazione di piante da cui si estraggono sostanze stupefacenti venga punita con sanzioni amministrative se finalizzata all'uso personale”.

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