" Le richieste di accesso agli atti cadute nel vuoto ormai non si contano più" e i consiglieri comunali in quota Azione, Valerio Donato, Gianni Parisi e Stefano Veraldi, sbottano così contro il settore Ambiente del Comune capoluogo di regione. Sullo sfondo quella che definiscono una "violazione dell’espletamento del mandato di consigliere comunale perpetrata nonostante - fanno notare - il regolamento che disciplina l’accesso ai documenti amministrativi sia in vigore sin dal 2002".
A far traboccare il vaso già colmo di quella che Donato, Parisi e Veraldi bollano come "prassi sistematica" il diniego che stavolta riguarda le contestazioni effettuate dal settore alla Sieco S.p.a. dal 2021 come pure le proposte di applicazione di penali inviate ai D.E.C. (Direttore esecuzione contratto) sempre nei confronti della Sieco e che - stando alla risposta messa nero su bianco dal dirigente del settore Andrea Adelchi Ottaviano - sarebbe conseguenza di "genericità nella formulazione della richiesta" .
Ma c’è di più. Il Dirigente del settore Ambiente, in effetti, sembra stigmatizzare pure quello che quantifica come un "un numero oltre modo spropositato delle richieste di accesso agli atti". Da qui la posizione di rottura netta che spinge i consiglieri di Azione a rispedire al mittente la concessione di una sorta di blocchetto per le richieste di accesso agli atti terminato il quale un rappresentante dei cittadini dovrebbe guardarsi bene dall’avanzarne altre.
Proprio così perché il settore Ambiente di Palazzo de Nobili si appella senza troppi fronzoli a una sentenza emanata l'11 marzo 2021 dalla quinta sezione del Consiglio di Stato rispetto al diritto di accesso del consigliere comunale che - recita la sentenza “è sottoposto alla regola del ragionevole bilanciamento propria dei rapporti tra diritti fondamentali”. Equilibrio questo citato dal Tar del Lazio nel febbraio 2023 che però sembra non spostare di una virgola la posizione di Donato, Parisi e Veraldi che anzi rilanciano : "La questione finirà sul tavolo degli enti preposti convinti come sono che le motivazioni addotte dal settore Servizi Ambiente, siano palesemente erronee e strumentali». In sostanza, Donato, Parisi e Veraldi non usano troppi giri di parole per affondare il coltello nella piaga e accusare al Comune di «impedire l’accesso agli atti". Sì, perché sono gli stessi consiglieri comunali a spiegare come quanto scritto nella risposta pervenuta dal settore "possa a questo punto riguardare “soltanto” la volontà di nascondere la polvere sotto il tappeto". Sullo sfondo uno studio certosino delle norme che ha posto Donato, Parisi e Veraldi sul piede di guerra per un duello di caratura dirigenziale più che politica che gli esponente di Azione avrebbero voluto disputare nella sede da loro ritenute più opportune ovvero in commissione Ambiente e Lavori Pubblici. L’invito c’è stato, ma anche quello - assicurano i consiglieri comunali di Azione - "è caduto nel vuoto".
Inevitabile dunque il cambio di strategia messo in atto dai tre consiglieri comunali che non sembrano avere alcun intenzione di retrocedere di un millimetro e che anzi precisano: "Abbiamo l’obbligo, per come abbiamo già fatto di andare a fondo rispetto a una vicenda che non ci convince e come abbiamo già dimostrato dopo la nostra denuncia all’Anac che in data 28 novembre 2024 ci ha dato ragione su tutte le nostre censure portate avanti da soli, senza l’appoggio di nessuna parte politica dell’assise e che invece oggi molti utilizzano forse strumentalmente». Il gioco dunque si fa duro al punto che Donato, Parisi e Veraldi lasciano trasparire in modo alquanto netto la volontà di valutare seriamente la possibilità di denunciare il caso agli enti preposti affinché - si augurano gli inquilino dell’aula rossa - sia intrapresa ogni azione necessaria contro coloro i quali a nostro avviso hanno violato gli obblighi di trasparenza bloccando lo svolgimento del mandato elettorale".