di CARLA ROTUNDO
Ieri ho ascoltato la trasmissione de "La Nuova Calabria" nella quale si confrontavano politicamente il buon e bravo Gianmichele Bosco, il giovane Polimeni e Vincenzo Speziali. L'argomento erano le elezioni a sindaco della città di Catanzaro. Un dibattito abbastanza acceso ed, a tratti, anche interessante.
Se non fosse che, ad un certo punto, Speziali, credo sia imprenditore per nascita, parlando delle alleanze del candidato Fiorita, ha definito Dema come movimento politico de "il napoletano", con un accento senza dubbio di fastidio o addirittura di manifesto disprezzo nei confronti di Luigi De Magistris. Ora, aldilà della valenza morale, professionale(ancora a Catanzaro ne vediamo purtroppo gli effetti), politica (grande sindaco di Napoli per ben 10 anni, senza macchia ma con grandi risultati), mi chiedo "chi sarà mai questo Vincenzo Speziali, quali grandi imprese ha mai compiuto per permettersi di essere così arrogante, così maleducato, così offensivo non soltanto nei confronti di De Magistris, ma anche nei confronti di tutti i napoletani con quel suo "il napoletano!"
Il popolo napoletano, perché per me è uno splendido popolo, avrebbe tanto da insegnargli in quanto a capacità, umanità, intelligente semplicità, operosità e... simpatia, qualità della quale il signor Speziali, se tanto mi dà tanto, difetta, e non poco. Personalmente sono stanca di questa arroganza e mancanza di verità della quale una certa Catanzaro è intrisa fino al midollo. Del resto, magari Abramo, del quale il signor Vincenzo Speziali è stato, se non vado errata, un valido sostenitore, avesse fatto a Catanzaro, in 25 anni, un quarto di quanto De Magistris ha realizzato in 10 anni a Napoli. E, giusto per sottolinearlo, stiamo parlando di una città ridotta, proprio per cattiva politica del centrodestra, ad appena 87000 abitanti, rispetto ad una metropoli di più di 3.000.000 di abitanti.
Catanzaro non cambierà mai, se i catanzaresi non cambieranno. Se ognuno non sarà cosciente dei propri diritti e di ciò di cui sono stati inopinatamente privati in questi anni. Ma perché i nostri figli devono andare via per realizzare il loro avvenire, perché i nostri bambini non debbono avere asili nidi come quelli esistenti in Emilia Romagna, perché la nostra viabilità deve essere inferiore a quella della maggio parte del resto d'Italia, perché siamo costretti ad emigrare per trovare una buona sanità, pur avendo un personale sanitario all'avanguardia. Fino a quando questi ed altri perché li sussurreremo, invece di gridarlo perché diritti negati, Catanzaro non cambierà.
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