Catanzaro Capitale, Donato spiega l'uscita di Azione dalla maggioranza e annuncia: "Non mi ricandiderò"

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  24 gennaio 2025 12:57

di MARCO VALLONE

L'ultima puntata di Catanzaro Capitale, la trasmissione di approfondimento politico de La Nuova Calabria condotta da Gabriele Rubino, ha avuto come ospite questo giovedì il capogruppo di Azione nel consiglio comunale di Catanzaro, Valerio Donato. Al centro del dibattito vi sono state le motivazioni che hanno portato alla recente decisione, da parte dei rappresentanti catanzaresi del partito guidato a livello nazionale da Carlo Calenda, di ritirare il sostegno alla giunta comunale guidata dal sindaco Nicola Fiorita. Interessante, inoltre, si è rivelato un annuncio di Donato su quello che sarà il suo futuro politico.

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Ma andiamo con ordine. Sono passati meno di 4 mesi da quando il gruppo di Azione decise di appoggiare l'operato dell'amministrazione comunale catanzarese. Poco più di un centinaio di giorni, insomma, ritenuti sufficienti per decidere di tornare poi sui propri passi, uscendo dalla maggioranza a sostegno del sindaco Nicola Fiorita. La nota di settimana scorsa, con cui è stata annunciata la scelta, è stata anche piuttosto dura: quali sono le ragioni che l'hanno determinata? “Il nostro gruppo, ed io personalmente, siamo stati candidati all'opposto di Nicola Fiorita – ha evidenziato Valerio Donato -. Mi sono candidato con un progetto politico. Pensavo e penso, a dire il vero, che per dare una svolta a questa città non sia sufficiente un'ordinaria amministrazione. Non è sufficiente un'attività consueta dell'amministrazione comunale, ma è necessario dare dei segni forti. E l'unico obiettivo di quella candidatura è stato quello di dare un contributo per lo sviluppo di questa città. Dopodiché abbiamo trascorso circa due anni e mezzo nel sollecitare l'amministrazione a fare delle cose che noi proponevamo. Cioè non un'opposizione, diciamo così, di mera contrapposizione alla maggioranza Fiorita. Ma un'opposizione fatta di 'tu secondo noi sbagli in questo, e secondo noi bisognerebbe fare diversamente' “.

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“Nel momento in cui Fiorita non aveva più la maggioranza – ha spiegato il capogruppo di Azione nel consiglio comunale di Catanzaro – noi pensavamo che si potesse utilizzare questo scorcio di sindacatura, questi due anni e mezzo, per dare segno evidente alla città di alcune cose che si potevano fare. Le abbiamo convenute con Nicola Fiorita. Cioè, un minimo di riorganizzazione della macchina amministrativa; un diverso rapporto fra il Comune e la Catanzaro Servizi che è capace, secondo noi, conti alla mano, di portare nelle casse comunali circa 4 milioni di euro strutturali: cioè tutti gli anni; e poi l'identificazione, insieme a Fiorita, di pochi progetti che potessero essere attivati in questo periodo per dare segno di un minimo di futuro per la città di Catanzaro. Ma, insieme a queste cose – ha proseguito Donato -, abbiamo chiesto anche esattamente un elenco di 15 cose per dare segno alla cittadinanza che stesse cambiando qualcosa. E quindi che questo nuovo corso meritava un minimo di fiducia. Solo così poteva giustificarsi il perché due candidati contrapposti al ballottaggio avessero trovato dei punti di condivisione. Altrimenti, davvero, è come se uno impazzisse e dicesse 'vabbè, adesso vado con Fiorita perché mi è simpatico'. No, noi siamo andati ad appoggiare e dare fiducia all'amministrazione Fiorita per fare alcune cose per la città. Senza nessun incarico, che non abbiamo voluto per questa ragione. Per dire alla cittadinanza che noi vorremmo fare politica in un altro modo: non per le nostre poltrone personali, ma per le cose da fare per la città”.

“Quindi è ovvio che la nostra presenza, volta a dare fiducia all'amministrazione Fiorita, si giustificava soltanto nel caso in cui – ha tenuto a chiarire Valerio Donato - quelle cose che avevamo convenuto si fossero realizzate. Altrimenti non avrebbe avuto più senso la nostra presenza. Abbiamo ravvisato in questi quattro mesi che, diciamo così, stentava l'azione amministrativa. Che ciò che era necessario fare da subito non si faceva. Che in alcune occasioni c'erano dei tentennamenti importanti. Abbiamo capito che abbiamo un modo di interpretare la politica e l'amministrazione diversa. E quindi insieme non si può stare. Tutto questo certamente avrebbe potuto aiutare la ricomposizione, il dialogo all'interno del centrosinistra, per creare una possibile alternativa verso il futuro. Non c'è stata, devo dire, forse una piena convinzione nell'azione amministrativa. Ma non c'è stata nemmeno una piena convinzione da parte dei partiti di centrosinistra, fino allo stato attuale, per dare di nuovo un impulso all'attività politica che fosse capace di ricostituire un sano centrosinistra che guardi davvero però, realmente, gli interessi dei cittadini. E fra questi, soprattutto, ai cittadini più deboli”.

“Non c'è nessuna contrapposizione o conflitto – ha precisato il capogruppo di Azione -. A me non piace una contrapposizione fatta di parolacce, offese. Queste cose le lascio agli altri, A me piace semplicemente esprimere il nostro punto di vista, che è questo. Controllabile, trasparente, ed abbiamo un punto di vista fortemente differente da quello di Nicola a cui, l'ho fatto personalmente e lo rifaccio qui, faccio ovviamente tanti auguri di prontissima guarigione”. Quest'ultimo commento di Valerio Donato si deve a un recente lieve malore accusato mercoledì dal sindaco Fiorita. Il primo cittadino di Catanzaro si è in ogni caso ripreso, già oggi è passato velocemente dal comune del capoluogo di regione, e da domani tornerà pienamente operativo a dare impulso alle attività amministrative che attendono la giunta e, in generale, la città.

“Noi non siamo contro l'azione di Nicola Fiorita – ha sottolineato Donato -. Auspichiamo che lui possa dare una svolta e fare concretamente delle cose. Nel momento in cui noi riterremo che lui faccia delle cose buone per la città ovviamente noi non porremo ostacoli, non faremo guerre di barricate che sono contro la città di Catanzaro”.

Ma quattro mesi per realizzare le macroidee di cui si è discusso in precedenza, più i 15 punti concordati insieme a Nicola Fiorita, tenendo anche conto del fatto che una pubblica amministrazione ha tempi lunghi in tutta Italia, non è un tempo troppo breve? Oppure è già abbastanza? Ad esempio il cambio di rotta sull'esternalizzazione dell'Imu alla fine è stato fatto. L'affidamento del terzo specchio d'acqua del porto di Catanzaro alla Catanzaro Servizi è stato fatto. E' stata fatta poi, pochi giorni fa, l'impugnazione della famosa transazione, tra comune di Catanzaro e Sieco, derivante dalla decisione dell'Anac. E anche questa è stata una scelta spinta dal gruppo di Azione. Quindi alcune cose erano state fatte: perché non è stato sufficiente?

“Non siamo così ingenui da aver potuto pensare che in tre/quattro mesi l'intero pacchetto di tutte le cose che avevamo, in qualche misura, condiviso con Nicola Fiorita potessero realizzarsi. E' fuori dal mondo, insomma – ha commentato, consapevole, Valerio Donato -. Non esiste. Non è certo questa la ragione per la quale ci siamo 'sfilati' da questa maggioranza. Ripeto, noi avevamo indicato delle cose da fare nel medio periodo, e delle altre da fare nel lungo periodo. E poi delle cose da fare subito, perché sono quelle che danno il segno di svolta. Faccio degli esempi: se il contratto con la Sieco prevede che devono lavare le strade per circa 600 volte all'anno, io mi chiedo perché non sia stato rispettato sempre quel contratto. Ora, su sollecitazioni, in virtù di accordo, l'assessore Irene Colosimo, che è brava, quando abbiamo avuto modo di approfondire questo tema si è prodigata subito. Però poi è finita lì. Se ci sono dei soggetti incaricati di verificare se i contratti sono stati eseguiti regolarmente, e secondo noi questo non è successo (e in particolar modo mi riferisco ai contratti sul verde, e sui rifiuti), noi riteniamo ad esempio che questi Dec (Direttori dell'Esecuzione del Contratto ndr) non meritassero di essere riconfermati. Su tutto questo abbiamo discusso più volte, però questo non si concretizza”.

“Abbiamo poi discusso, per esempio, di fare da subito delle decisioni di giunta. Rimuovere quell'ostacolo che impedisce – ha continuato Valerio Donato - alle attività commerciali, con superficie superiore a 600 metri se ricordo bene, attività nel centro storico di Catanzaro. E questi sono tutti provvedimenti che non implicano una spesa, e non necessitano di un'istruttoria particolarmente ampia. Quindi se tu in 4 mesi queste 15 cose non le fai, pur essendo cose che non costano nulla, e in questi 4 mesi non avvii seriamente i tavoli per i progetti di lungo periodo, l'anno e mezzo è finito, passato. E allora che cosa ci dovremmo stare a fare lì? A prenderci soltanto le responsabilità di un'amministrazione i cui effetti non condividiamo? Perché, ovviamente, stare lì senza che tutto questo percorso fosse messo in moto significava semplicemente prenderci la responsabilità di un'amministrazione che, secondo noi continuava ad essere claudicante, ma senza realizzare nemmeno in minima parte quei progetti. Su Imu: il fatto che alcune cose si siano fatte, per esempio la revoca del bando Imu, con molta fatica da parte di alcuni del nostro gruppo (tra cui Gianni Parisi), è un beneficio per la città. Non è un beneficio per terzi, checché ne dica un'ex assessora (di minoranza PD) che grida ai giornali di Catanzaro dicendo delle sciocchezze enormi. Al di là di questo, lì la differenza era che dovevi dare un bando all'esterno pagando il bando o incentivando i lavoratori del Comune per promuovere un accertamento di evasione fiscale per 4 milioni di euro. Io non so, da sinistra, se promuove l'affidamento a privati o promuova piuttosto la razionalizzazione del governo pubblico delle cose. Io, essendo un vecchio (vecchio non tanto – ha scherzato Donato – ma, insomma, risalente) di sinistra penso che a sinistra ci stia il pubblico. Non perché, attenzione, il pubblico sia necessariamente garanzia di sicurezza. Ma perché nell'ambito del pubblico si possono mettere in equilibrio interessi contrapposti, Nel privato si fanno gli interessi del privato. Punto”.

“Ora, sul bando Imu, se lo si fa con tantissima fatica è un bene per la città, ma non ci si può limitare alla revoca di un bando per dire che un'attività amministrativa si sta realizzando. O si sta avviando. Perché ahimè, ribadisco, quelle cose che noi avevamo prospettato non sono state nemmeno avviate. O perlomeno, questa è la percezione che noi abbiamo avuto. Può darsi che ci sbagliamo, non abbiamo la verità in tasca. Ma secondo noi queste attività – ha evidenziato il capogruppo di Azione – non sono state nemmeno avviate”.

Sul finale di trasmissione è giunta infine la considerazione su quello che sarà il futuro politico di Valerio Donato. Dopo questa esperienza di consigliere comunale di livello, pensa di fare una nuova esperienza politica? A livello comunale o regionale? “Penso proprio di no. La mia attività politica finirà qui da un punto di vista del coinvolgimento istituzionale. Penso che sarà così. Certo ciò non toglie che continuerò ad essere un attivista politico – ha sottolineato Donato – perché per chi ha la passione politica, come tutti sanno, non è facile dismetterla, Ma una cosa è essere attivista politico, altra cosa è fare politica all'interno delle istituzioni. Penso che questa esperienza mi abbia, diciamo così, già saziato a sufficienza della voglia di fare politica nelle istituzioni”.

 

 

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