di MARCO VALLONE
L'ultima puntata di Catanzaro Capitale, la trasmissione di approfondimento politico de La Nuova Calabria condotta da Gabriele Rubino, ha visto come protagonista il presidente del consiglio comunale del capoluogo di regione calabrese, Gianmichele Bosco, che, all'inizio della diretta, ha innanzitutto tenuto a ricordare Franco Massaro, indimenticato regista, tra le altre cose, della nostra testata. Franco ci accompagna sempre nei nostri pensieri.
Ad ogni modo, sono stati diversi i temi affrontati col presidente Bosco: dal ritmo attuale dei consigli comunali ai lavori di restauro dell'aula rossa in cui si dovranno nuovamente tenere i lavori del consesso cittadino, dalle fibrillazioni politiche degli ultimi mesi a una possibile riforma elettorale sui comuni. Ma particolarmente interessante è stato un passaggio relativo ad alcune verifiche che gli uffici di Palazzo De Nobili stanno svolgendo nei confronti dei consiglieri comunali: si tratta di verifiche su consiglieri con dei debiti verso il Comune.
“Il presidente del consiglio comunale – ha dichiarato Gianmichele Bosco – non ha nessuna competenza in merito. Lo dice chiaramente l'art. 63 TUEL (Testo Unico degli Enti Locali)”. L'articolo 63 è proprio il nodo della discussione. Al comma 1 n.6 indica infatti espressamente come vi sia un'incompatibilità all'esercizio della carica di consigliere comunale laddove si verifichino alcune condizioni. Si parla di “debiti tributari definitivamente accertati – ha spiegato il presidente del consiglio comunale di Catanzaro – e invano notificati. Invano: significa che non c'è stata impugnazione, e quindi non è pendente nessuna lite per i debiti tributari. Una lite non comporterebbe una causa di incompatibilità. Quindi non deve esserci stata lite, non deve esserci stata un'impugnazione, non deve essersi fatto ricorso e devono essere decorsi i termini per fare ricorso. La presidenza del consiglio, con tutti i pendenti, farà tutto quello che deve fare qualora ci fosse l'obbligo e l'esigenza di farlo. Il presidente del consiglio, l'ufficio di presidenza, ha l'obbligo di garantire il buon funzionamento del consiglio comunale secondo le norme, secondo le leggi. E anche di tutelare la privacy dei consiglieri comunali, ovviamente. Quindi, in quest'ottica, noi faremo tutto quello che c'è da fare, equilibrando questi due principi”.
Si tratta dunque di “debiti tributari, nel senso che – ha evidenziato Bosco – possono essere canoni idrici, Tari o Imu. O anche Tosap (Tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche ndr)”. Quindi “quando arriva una cartella esattoriale in cui ti chiedono il pagamento della Tari io cittadino posso decidere di contestarla o posso decidere di pagarla – ha spiegato il presidente del consiglio comunale -. Se la contesto o se la pago non sono ovviamente soggetto ad una incompatibilità. Posso anche pagarla nel momento in cui mi viene sollevato il problema: quindi posso risolvere la mia situazione di incompatibilità anche in un secondo momento. L'importante è che si estingua immediatamente quella situazione”.
Quindi, qual è la procedura? Gli uffici accertano che c'è un debito con quelle caratteristiche. E che il debito sia definitivamente accertato. Questo viene comunicato alla presidenza del consiglio comunale che, “eventualmente – ha affermato il presidente Bosco -, qualora ci fosse qualcuno che si trovasse in una situazione simile, dà un tempo di 15 o 20 giorni, non ricordo bene adesso, al consigliere o alla consigliera tal dei tali per poter estinguere l'eventuale debito”. E nel caso in cui ciò non avvenisse, si verificherebbe “la situazione di incompatibilità. E in quel caso dovrebbe essere il consiglio comunale ad esprimersi”. Quindi al momento potenzialmente tutti i consiglieri potrebbero essere interessati? “Io per primo, nel senso che ovviamente trattandosi di canone idrico può essere anche che sia sfuggito, come può succedere a tutti. Siamo tutti soggetti al pagamento di tasse comunali – ha rilevato Gianmichele Bosco – e, in quanto tali, c'è chi a sfugge e a chi non sfugge. C'è a chi sfugge colposamente e a chi no”. Si è in ogni caso in una fase embrionale. “Il Comune deve fare ciò che deve fare. Ovviamente secondo la normativa. Dopodiché, constateremo passo per passo, un passo alla volta, e si vedrà. Ci possono essere situazioni in cui il pagamento di un tributo locale può essere sfuggito”.
Ad un certo punto della discussione, si è poi sviati sull'astratto. Politicamente astratto. Come l'avrebbe presa Gianmichele Bosco se, al posto della presidenza del consiglio comunale, avesse avuto come riconoscimento un importante assessorato? “Non lo so, perché io l'assessore non l'ho mai fatto – ha dichiarato Bosco -. Sicuramente sarebbe dovuto essere un assessorato che facesse... Non avrei potuto fare l'assessore Squillace con la gestione del territorio, visto che lui ontologicamente nasce per quello. Però non so, sarebbe stata sicuramente una bella esperienza. Magari alle politiche sociali, all'ambiente, alla cultura... Ce ne sono. Si sa quali sono le mie prerogative”.
Prima della scadenza della consiliatura ci dovrebbero essere le elezioni regionali. Il presidente del consiglio comunale di Catanzaro valuta la candidatura alla Regione? “Non lo so, vedremo che succede – ha chiosato sibillino Gianmichele Bosco -”. Non è un no quindi: “Perché dire no, vediamo quello che succede. C'è ancora molto tempo, ci penseremo”. Ma come profilo, dopo l'attuale esperienza politica in un ruolo di rappresentanza e garanzia, Bosco preferisce più un ruolo di gestione come quello dell'assessore o un ruolo politico come quello del consigliere regionale? “L'assessore può anche essere politico – ha rilevato Gianmichele Bosco -. L'indirizzo politico viene dato dal consiglio, ma poi è l'assessore che lo mette in atto. Quindi, per quel che riguarda il ruolo dell'assessore, preferisco gli assessori sempre politici più che tecnici. Nel mio pensiero ideale. Perché l'assessore politico ti dice l'indirizzo: poi, attraverso gli uffici, cerchi di metterlo in atto. Non sempre ci riesci, forse poche volte ci riesci, ma cerchi di metterlo in atto attraverso la parte amministrativa. Ma tu devi dare la spinta politica. A volte magari succede il contrario, e la parte amministrativa dirige quella che deve essere la spinta”. Cosa che sempre più spesso accade: “Questo è un problema di tanti comuni, in generale” ha sottolineato il presidente del consiglio comunale.
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