Catanzaro, Caviano: "Talerico avvelena i pozzi, noi lavoriamo per la città”
La consigliera comunale Igea Caviano
11 gennaio 2025 11:58 "Sono in tanti a sostenere che Catanzaro ha perso progressivamente, negli anni, autorevolezza e peso politico, nonostante conservi il rango di Capoluogo di Regione. Difficile negarlo. La città che abbiamo trovato, all’atto dell’insediamento della nuova Amministrazione, era una città stanca, sfiduciata, rassegnata, pessimista. Niente che ricordasse la sua storia e le sue tradizioni migliori. Anni di malgoverno e di mancanza di visione per il futuro avevano prodotto danni enormi sul piano politico, sociale ed economico. Abbiamo vinto le elezioni con l’ambizione di cambiare in meglio la città e ci siamo trovati nella necessità di doverle salvarle la vita".
Lo scrive la consigliera comunale di Catanzaro, Igea Caviano.
"È iniziato così un lavoro paziente di ricostruzione del possibile. Un cammino in salita, in cui sapevamo che non tutto sarebbe dipeso dal nostro agire ma che anche ciò che ci competeva direttamente avremmo dovuto svolgerlo immersi nelle difficoltà, con una macchina comunale di cui nessuno si era preso cura e le cui risorse umane, quindi, erano ridotte al lumicino; le cui casse languivano per la gestione allegra di chi ci aveva preceduto negli ultimi vent’anni. Tuttavia, non abbiamo mai ritenuto utile processare il passato. Non sarebbe servito a noi e non sarebbe servito alla città. Perché la città aveva ed ha bisogno di politica e chi si assume responsabilità di governo ha il dovere di guardare avanti e non nello specchietto retrovisore".
"Sono trascorsi poco meno di due anni e mezzo da quando l’Amministrazione attualmente in carica ha cominciato a operare. Un tempo in cui non sono mancate le difficoltà, a cominciare da quelle scaturite dal risultato elettorale “anomalo”, che hanno costretto l’esecutivo a cercarsi il consenso necessario a evitare la sciagura di un commissariamento dell’Ente e della paralisi della città. Ma abbiamo dovuto fronteggiare anche gravi deficienze strutturali che si trascinavano come l’acqua, il sistema dei rifiuti, lo stato delle strade, i tanti debiti. Abbiamo sicuramente fatto scelte buone e qualcuna meno buona, abbiamo fatto cose importanti e abbiamo anche commesso degli errori. Ma abbiamo sempre lavorato e ancora lavoreremo perché siamo solo a metà dell’opera e la città ha ancora un urgente bisogno di politica".
"Politica e anche democrazia, due parole che debbono camminare fianco a fianco perché si danno reciprocamente senso e dignità. Dove democrazia significa, per ciascuno, svolgere responsabilmente il ruolo a cui è stato chiamato, sia esso governo oppure opposizione. Noi non abbiamo mai preteso di avere per definizione la verità in tasca. Abbiamo scelto fin qui quello che ritenevamo utile per la città, com’era nostro dovere fare, sapendo di essere sotto la lente e il controllo dell’opposizione, verso la quale nutriamo rispetto, senza escludere affatto che da essa, senza ambiguità, lealmente e in totale trasparenza, possano venire, insieme con le legittime critiche, anche contributi utili alla causa comune, che coincide con il bene di Catanzaro. Ci resta ancora la metà del cammino da percorrere e intendiamo farlo con lo stesso approccio, per sottoporci, quando verrà il momento, al giudizio della città".
"Perché è questa l’idea di democrazia che nutriamo da sempre e che si colloca agli antipodi di ogni possibile congiura di palazzo, di ogni possibile lavorio sotterraneo, oscuro, imbastito dietro le quinte da chi, incurante degli interessi di città e cittadini, si preoccupa solo ed esclusivamente dei propri e magari anche del proprio spirito di rivalsa nei confronti dell’avversario, della propria bramosia di vendetta politica per nascondere l’evidenza del proprio fallimento. Non è questa la democrazia “sana” che coltiviamo ma che, soprattutto, pensiamo necessiti alla città. Ben vengono la dialettica, il confronto e, se serve, ben venga anche lo scontro. Il veleno nei pozzi, no. Perché, caro consigliere Talerico, quando si avvelenano i pozzi a rimetterci non sono solo gli avversari ma è l’intera collettività cui si appartiene. E una città conta molto più delle frustrazioni di un singolo".