
di GAETANO MARCO GIAIMO
Una riflessione profondamente autobiografica che parte dalla voglia di interrogare le forme che non hanno nome e sfuggono alla capacità di essere definite, per scardinare il concetto stesso dell'essere figlie: è questo "Daughters" di Teodora Grano, la performance artistica che questa mattina ha preso vita all'interno del Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro come parte di Cuntàra Cùnti. La rassegna, ideata dall'assessore alla Cultura del capoluogo, Donatella Monteverdi, e curata dai cugini Claudio Libero e Settimio Pisano, vuole utilizzare la fiaba come strumento per leggere il presente e l’arte contemporanea come spazio di rielaborazione collettiva.

"Mi chiamo Teodora, molte cose sono dipese da questo nome": l'artista mette in scena una sinergia tra scrittura e danza, raccontando una storia con parole e movimenti del corpo senza che nessuna delle due predomini. "Ho una figlia, ma non sono sua madre. E non abbiamo in comune nessuna parte del nostro corredo genetico. Sono io che le somiglio tantissimo. Quando ci chiedono cosa siamo, noi non sappiamo cosa dire. Ci guardiamo. E sorridiamo. Quel sorriso, è una parola segreta”: essere figlie è sì "passare attraverso i corpi", però il messaggio profondo sta nel voler superare le categorizzazioni e creare nuovi significati fuori dai binari come evidenzia il passaggio alla "mano sinistra", atto che rappresenta l'apertura a un approccio più autentico e viscerale.
Grano continua con la sua danza ma le lettere non sono più fredde, scritte a macchina, diventano quasi scarabocchi che raccontano la storia di una figlia che "è nata con gli occhi aperti". "Ho avuto per anni la vergogna del mio nome", la narrazione si fa più intima e diretta, fino all'arrivo a "l'ultima immagine prima della fine del mondo, e l'ultima parola che rimane è immensa". L'artista sparisce, danzando nel lungo corridoio, lasciando gli spettatori a interrogarsi sulla necessità di superare le etichette per accogliere nuovi significati per quello che, semplicemente, il cuore riconosce come proprio: "il sangue sa in che direzione andare".
La performance verrà ripetuta nel pomeriggio alle 18. La mostra di Cuntàra Cùnti resterà aperta dal 19 dicembre 2025 al 22 febbraio 2026, inserendosi pienamente in una stagione di grande vitalità per Catanzaro. Un evento che non si limita a esporre opere, ma costruisce un racconto collettivo, capace di mettere in relazione memoria e presente, linguaggi visivi e performativi, istituzioni e comunità.
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