Catanzaro, dopo il Pd anche Potere al Popolo contro il sindaco Fiorita

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  11 febbraio 2025 23:18

Di seguito una nota stampa del sindaco Nicola Fiorita. 

"Il Sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, al congresso di FdI afferma: "Riconosco a Fratelli d'Italia una grande cultura politica, costruita a lungo negli anni, una cultura politica che poi diventa anche senso delle istituzioni[...]. Voi siete un grande partito e io dico, dalla mia esperienza fondata sulla partecipazione, che i partiti sono fondamentali. Voglio poi ringraziare il sottosegretario Ferro per la vicinanza speciale a Catanzaro, il vicepresidente della Regione Pietropaolo per il suo equilibrio. E voglio infine salutare Michele Traversa che ha lasciato un segno indelebile nella città di Catanzaro". Questo avviene il giorno prima del “Giorno del Ricordo”, una data che si è voluto colorare troppo politicamente, contrapponendola al 25 aprile e alla “Giornata della memoria” e che rafforza il revisionismo storico e rappresenta un inaccettabile esempio di uso politico della storia. E contrariamente allo scorso 10 febbraio, quest’anno il Sindaco Fiorita ha presenziato alla commemorazione di questa data, assieme alla destra fascista della città. In queste scellerate affermazioni sulla “qualità culturale” della destra fascista che oggi, purtroppo, governa l’Italia, Fiorita non è solo; viaggia in compagnia di Luciano Violante, il quale su Giorgia Meloni dichiara: "La stimo, è determinata, di grande leadership, ma che io sia colui che le sussurra cosa fare è un'invenzione, una favola giornalistica". E aggiunge ancora: "Ho trovato molto intelligente la sua collocazione nel contesto internazionale, che le ha permesso di superare i preconcetti nei suoi confronti". Del “galateo” di Nicola Fiorita, FdI gongola, incassa e porta a casa attaccando il PD catanzarese, il quale si era permesso di prendere le distanze dalle affermazioni del Sindaco. Noi ci meravigliamo di chi si meraviglia delle affermazioni di uomini del cosiddetto centrosinistra o meglio, del campo largo. Il revisionismo storico ha origine anche a quelle latitudini. Luciano Violante, nel discorso di insediamento alla presidenza della Camera (aprile 1996), accreditò i «ragazzi di Salò». Per noi il partito di Giorgia Meloni, ha assunto su di sé l’eredità politica di Giorgio Almirante, che a suo tempo aveva trasferito nel Movimento Sociale Italiano l’eredità di Benito Mussolini e del fascismo. Il fatto è inequivoco perché storicamente fondato e persino esibito dal partito dei Fratelli d’Italia che sottolinea con orgoglio il filo, potremmo dire senza offendere alcuno, nero, che va da Giorgio a Giorgia, quasi a voler cancellare l’abiura, più o meno totale, più o meno sincera, che del fascismo aveva fatto Gianfranco Fini con la svolta di Fiuggi nel 1995. A dimostrazione di ciò parlano la legge fascistissima del DDL repressione 1660 e il decreto Cutro contro i migranti. Non si può commemorare contemporaneamente Malacaria ed elogiare FdI. Noi stiamo con Giuseppe Malacaria e siamo e saremo sempre contro il fascismo vecchio e nuovo. Di fronte al governo di oggi tornano alla mente le parole dell’epigrafe che Piero Calamandrei scrisse all’indomani delle elezioni del giugno 1953, rivolgendosi ai partigiani caduti della Resistenza: «Non rammaricatevi dai vostri cimiteri di montagna se giù al piano, nell’aula dove fu giurata la Costituzione murata col vostro sangue, sono tornati, da remote calingi, i fantasmi della vergogna». «Troppo presto li avevamo dimenticati – ammoniva Calamandrei – è bene che siano esposti in vista su questo palco. Perché tutto il popolo riconosca i loro volti e si ricordi». Ora e sempre Resistenza!".

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