
di SERGIO DRAGONE
Il calcio italiano è sempre di più nelle mani dei fondi stranieri che controllano più della metà dei club di A e di B. Non è una storia di cuore, ma una storia di business. Miliardari americani o indonesiani, canadesi o romeni, acquisiscono la proprietà dei club italiani con in testa un solo obiettivo: fare soldi. E nell’arco di quattro-cinque anni rivendere con condizioni molto vantaggiose. Ora l’assalto viene mosso anche alle società di serie B, già otto hanno una proprietà estera, tenendo conto dell’ultimo passaggio del Monza dalla famiglia Berlusconi al fondo statunitense “Beckett Layne Ventures”.
Le proprietà italiane, quelle che mantengono un solido legame con il territorio, sono ormai minoranza e rischiano addirittura di scomparire nell’arco di un decennio.
Ecco perché il modello “italiano” del presidente del Catanzaro Floriano Noto può essere un esempio virtuoso per tutto il sistema calcio, poiché dimostra che cuore e business possono perfettamente convivere e che, anzi, sono due elementi complementari.
Il fatto di essere un tifoso fin da ragazzino non ha impedito al presidente giallorosso di guidare una trasformazione in senso imprenditoriale del vecchio club, fissando tappe ben precise e mettendo sul tappeto una rigorosa programmazione della spesa e degli investimenti, senza colpi di testa e senza subire la pressione della piazza.
La recente scelta di acquisire un vasto terreno per realizzare la Casa del Catanzaro deve essere letta come un’assoluta garanzia di continuità e un netto rifiuto all’ipotesi che anche il club giallorosso possa essere inghiottito da un fondo americano o indonesiano a cui il nome di Massimo Palanca o di Angelo Mammì non direbbe niente. Dieci anni fa, prima dell’avvento del gruppo Noto, il Catanzaro non era appetibile. Oggi lo è.
Le critiche nel calcio ci stanno, anzi guai se non ci fossero. Se non ci sentissimo tutti commissari tecnici o direttori sportivi che gusto ci sarebbe a vedere una partita? I presidenti sanno bene di essere sempre nell’occhio del ciclone e in balìa dei risultati, osannati se tutto va bene, massacrati dopo due sconfitte di fila. Però, a coloro - fortunatamente pochi – che periodicamente rimproverano al presidente Noto di non volere puntare alla serie A, voglio solo sottoporre un dato: ci sono almeno quindici o sedici club che in passato hanno militato nella massima serie che oggi galleggiano tra serie C e serie D. E tra questi ci sono squadre di città ben più grandi e ricche della nostra Catanzaro.
L’avvio della realizzazione di Casa Catanzaro, vale a dire un progetto di media-lunga scadenza, equivale alla sottoscrizione di un patto d’amore tra la famiglia Noto e il popolo giallorosso. Anche i sogni vanno costruiti con pazienza e tenacia.
Segui La Nuova Calabria sui social

Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019
Direttore responsabile: Enzo Cosentino
Direttore editoriale: Stefania Papaleo
Redazione centrale: Vico dell'Onda 5
88100 Catanzaro (CZ)
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Sirinfo Srl
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 3508267797