Catanzaro, Gianni Amelio al Teatro Comunale: “Voglio fare un film che sia ambientato qui”

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images Catanzaro, Gianni Amelio al Teatro Comunale: “Voglio fare un film che sia ambientato qui”

  20 settembre 2024 00:19

di MARCO VALLONE

“L'emozione che un regista ha quando si trova a presentare un proprio film nel cinema dove è stato spettatore bambino”. Così Gianni Amelio, regista di grande fama nato a San Pietro Magisano (provincia di Catanzaro), ha voluto porre l'accento sulle sensazioni avute ieri sera nell'incontro tenutosi al Teatro Comunale di Catanzaro a cavallo delle proiezioni del suo ultimo film, “Campo di battaglia”, dal 5 settembre, ed ancora attualmente, nelle sale cinematografiche.

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La moderazione dell'incontro è stata tenuta dal direttore artistico del teatro, l'attore e regista Francesco Passafaro. Il film di Amelio trova collocazione temporale nel finire della Prima Guerra Mondiale, e si ispira liberamente al romanzo “La Sfida” di Carlo Patriarca. Viene raccontato quello che è il conflitto interiore di un ufficiale medico, diviso tra il dovere di guerra in difesa della propria nazione e il desiderio di aiutare i soldati che vorrebbero evitare di combattere al fronte. Del cast fanno parte Alessandro Borghi, Gabriel Montesi e Federica Rosellini.

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“Sono nato nel '44, e nel '58 è stato inaugurato il Teatro Comunale. Per venire al Comunale ho visto anche il film molto brutto che presentavano dopo l'inaugurazione – ha affermato, sorridendo, Gianni Amelio -. L'inaugurazione fu con “Il giro del mondo in 80 giorni”, e durò per un paio di settimane poiché c'era molta curiosità nei catanzaresi di vedere il nuovo cinema, il nuovo gioiello cinematografico. Purtroppo però il film successivo era di una bruttezza inarrivabile, ma venimmo comunque a vederlo perché c'era l'abitudine al cinema, alla sala. Poi ci fu un momento in cui la sala non ha sbagliato un film perché si è legata ad un distributore importante, la Titanus, che era il più importante distributore italiano. E tutti i film della Titanus quindi venivano dati al Comunale. Non voglio tediarvi, per carità di Dio, ma voglio dirvi che non solo ricordo tutti i film che ho visto al Comunale, ma ricordo persino da quale fila li ho visti!”

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Il regista, che ha frequentato il Liceo Classico Galluppi cittadino, ha ricordato come per un certo periodo fece il gestore del Teatro. “Ho riunito alcuni compagni del liceo, e abbiamo fatto delle proiezioni del martedì dei film un po' difficili, particolari, dove c'era molta gente, e c'erano quasi tutti i miei compagni di scuola. Mi sono tolto anche lo sfizio di fare l'esercente, che poi continuai a fare a Roma”. Relativamente al rapporto che detiene con la città di Catanzaro, Gianni Amelio ha fatto un parallelo con una sgridata paterna fatta ai figli: “Quando un padre sgrida un figlio lo fa perché gli vuole bene. Se invece la stessa cosa sbagliata fatta da un figlio la fa un estraneo, al padre cosa importa? L'estraneo è l'estraneo. Quello che abita ad Asti, o a Ravenna, o a Poggibonsi, non è vicino a un padre quanto lo è un figlio. Ed allora chi ama interviene anche per essere in qualche modo duro, non sempre carezzevole. Ed allora io qualche volta ho fatto delle osservazioni su come andavano le cose a Catanzaro. Questa cosa non va presa come un disamore per Catanzaro, ma piuttosto come un grande amore per Catanzaro!”

“Per riassumere il problema, che è un problema d'amore, penso questo: spesso noi catanzaresi – ha affermato l'autore di 'Campi di battaglia' – non ci vogliamo bene quanto dovremmo. Dobbiamo stare un po' più attenti a proteggere la nostra città. La mia collaboratrice ha visto per la prima volta oggi Catanzaro, guidata da me, e mi ha detto come io non fossi riuscito a parole a dirle quanto fosse bella questa città. E quindi, attraverso gli occhi della mia collaboratrice, Clara, che veniva per la prima volta, io ho rivisto la mia città”. Gianni Amelio ha poi posto l'accento sullo stato di abbandono del Teatro Masciari: “Che sta succedendo? Qualcuno mi spiega”? In questa fase è intervenuta l'assessore alla cultura del Comune di Catanzaro Donatella Monteverdi, tra il pubblico, che ha affermato come il Masciari sia “una delle opere che era andata nella vecchia agenda urbana, che non è stata portata a termine, ed è una delle opere che noi porteremo con sicurezza nella prossima agenda urbana. E' il meno che si può fare per questa città: restituire un gioiello, perché quello è un vero gioiello. Abbiamo lavorato molto bene con la Soprintendenza alle Belle Arti”.

“Voglio fare un film che possa essere ambientato da queste parti” ha affermato ancora il regista, che si è poi soffermato su cosa cambi tra un film goduto attraverso il grande schermo e quelli che invece vengono visionati attraverso il tablet o lo smartphone: “E' la sala che conta, secondo me il cinema, se uno lo ama, è qualcosa di sacro. Assistere ad uno spettacolo in una sala è come assistere alla messa alla Chiesa dell'Immacolata. Se uno invece la vede su Raiuno la mattina non è la stessa cosa, perché si distrae e manca la sacralità del luogo. Non è un caso che ci siano le luci spente in una sala cinematografica e che lo schermo grande ci mostri gli attori più grandi di noi. La differenza è proprio anche di percezione tra noi che siamo seduti in poltrona e la grandezza del primo piano di un attore che sta sullo schermo. Quando si perde questo rapporto svanisce tutto quello che di sacro c'è nella rappresentazione. Quindi il vero amante del cinema è anche amante della sala cinematografica. Poi ben venga il dvd, o il tablet, ma per rivedere qualcosa che si è già visto in sala!”

Relativamente alle ragioni per cui “Campo di battaglia” non ha vinto un premio al Festival di Venezia, vicenda che ha destato stupore tra il pubblico del Comunale, Gianni Amelio ha dichiarato come i festival del cinema siano “un male necessario. Perché servono enormemente a far conoscere un film che altrimenti non avrebbe la possibilità di farsi vedere. Cioé noi non lavoriamo con dei mezzi economici così forti da poter spendere soldi in pubblicità, ma quello che ci ha dato Venezia non ha prezzo, perché ce lo ha dato gratuitamente. E non parlo di me, ma soprattutto dei registi giovani. Io poi ho già vinto un Leone d'oro, magari è stato sbagliato ma me l'hanno dato – ha detto, ironicamente, il regista – e ho vinto anche un premio speciale per un altro film. Ho quindi vinto già due premi. I giudici sono otto persone che devono giudicare 25 film: qualcuno deve restare fuori per forza. Io non ho bisogno più di premi, ho bisogno invece del pubblico. Ho bisogno di quello che un festival mi dà perché il pubblico conosca quel titolo”.

Infine l'ex Preside del Liceo Classico Galluppi, Armando Vitale, ha auspicato che sia possibile per i ragazzi delle scuole visionare l'ultimo film di Gianni Amelio, attraverso, ad esempio, delle occasioni organizzate ad hoc dalle istituzioni per questo fine. Magari anche con la presenza del regista. Il maestro di cinematografia nato a San Pietro Magisano si è detto, in questo senso, “disponibile. Non credo che organizzare una proiezione per le scuole possa essere immediato. Vi prometto che verrò, però dobbiamo anche parlarne soprattutto col distributore e con i presidi, in modo tale che ci sia la possibilità di avere il più possibile una rappresentanza di studenti. L'occasione sarà poi seguita da una master class, che io vorrei fare”.

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