di TERESA ALOI
Due telecamere: una rivolta verso la scrivania, l'altra in direzione del lettino utilizzato per le visite mediche. E poi quei video, tanti, che ritraevano le visite mediche effettuate all'interno dello studio privato a Soverato. Infine le domande, sempre le stesse. "Invadenti e pressanti", racconterà qualcuna. Poco importava l'età di chi avesse di fronte. Fossero giovani o meno giovani.
Quesiti legati alla vita sessuale, alla sfera più intima. Perché per Giulio Comerci, 50 anni, dipendente dell’Asp di Catanzaro in servizio all’ospedale di Soverato, arrestato ieri con le accuse di violenza sessuale, pornografia minorile, interferenze illecite nella vita privata e truffa in danno di oltre 63 vittime, tra cui una minore di 18 anni, era importante per "prevenire " e curare chissà quali patologie. Peccato che lui ginecologo non fosse.
Trentasei, le pagine di ordinanza firmata dal gip Barbara Saccà dove vengono ricostruite quelle "visite" che "sembravano interminabili: duravano all'incirca un'ora" con tanto di vibratori e oggetti di tipo fallici. Visite durante le quali "il dottore" lasciava sole le donne spostandosi dietro un separè o sedendosi alla scrivania.
Lui, lì, in quello studio era solo: "Nessuna assistente, nessuna infermiera e anche la sala d'aspetto era sempre vuota", racconterà agli inquirenti una delle donne finite nella rete del cinquantenne.
Domande, ma non solo. Perché, poi, a leggere le carte, passava ai fatti. Le faceva masturbare - il dottore spiegava che solo in condizioni di eccitazione avrebbe potuto valutare l’effettiva vascolarizzazione dei tessuti e diagnosticare eventuali problemi - le toccava, violava la loro privacy. Morbosamente. Filmandole persino. E c'era anche chi, per tanta paura che potesse abusare di lei, in quello studio medico non ci mise più piede.
Quale legame ci fosse tra la circolazione degli arti inferiori e le visite ginecologiche da un punto di vista medico, non si sa. Eppure il dottor Comerci le faceva spogliare di tutto punto. Le scrutava, "le ingannava e, subdolamente" le sottoponeva a violenze sessuali". Dimostrava, scrive il gip, "di essere un grande esperto della tecnica da adoperare per compiere "con disinvoltura" atti sessuali mascherati da ingiustificate visite ginecologiche". "ingiustificate" già perché il dottor Comerci, non è un medico ginecologico.
Eppure lui "ben consapevole dell'ingenuità delle vittime -. scrive il gip - sia perché colte alla sprovvista e sia perché dotate di poca esperienza, si azzardava a diagnosticare malattie inesistenti, quali la "cisti venosa ovarica" o spaventandole con diagnosi necessitanti l'approfondimento ginecologico immediato".
Seguiva un "protocollo " standard, il dottor Giulio Comerci: "Invitava le pazienti a spogliarsi completamente - ricostruisce il gip - per poi ipotizzare un problema ginecologico che consisteva in una vaginite (diagnosticata dopo aver tamponato la vagina delle giovani) o in qualche cisti ovarica o di flusso venoso nelle parti bassi del corpo".
Le visite, poi: una violazione delle parti intime con tanto di richiesta di masturbazione - come raccontano le testimonianze- a volte anche con l'ausilio di video pornografici ma anche con la stimolazione praticata dal medico con le sue dita o con oggetti di forma fallica e persino baciando le pazienti e portando la loro mano sul suo pene. Richieste di masturbazione alle quali era abbinata spesso l'introduzione di ovuli vaginali anche da parte del medico e poi "per completezza" la visita "proctologica" con stimolazione anale e con la "pretesa che le ragazzine si sistemassero in posizione prona o a gattoni come hanno riferito le vittime". Particolari imbarazzanti, umilianti. Particolari che venivano ripresi da quella telecamera installata proprio di fronte al lettino e che qualcuna si era accorta che ci fosse.
Ed era lui a "manovrare" la telecamera utilizzando anche lo zoom. Riprese accurate come le visite. Accurate e puntuali come le testimonianze di chi ha deciso di dire basta senza contraddirsi, senza aggiungere nulla. Perché nulla c'era da aggiungere.
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