Catanzaro, il Cardinale Battaglia al Pontificio Seminario Teologico

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  19 maggio 2025 11:29

dì LORENZO FAZIO 

 

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Il 19 maggio 2025 nell’Aula Magna dell’Istituto Teologico Calabro San Francesco di Paola si è svolta la seconda giornata di studi, dal titolo: “Il grido degli ultimi e la speranza del Vangelo per le terre del sud. Il contributo della teologia per le scelte profetiche”. 

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«Mi sia dato di cominciare – le parole del Card. Battaglia – con un minuto di silenzio, un silenzio fecondo che ha la consistenza carnale dei dolori di questa terra. Lasciamo filtrare attraverso questa stanza i rumori dei nostri paesi e in questo silenzio ascoltiamo le fatiche che si alzano dai nostri palesi. Se non tramutiamo in liturgia il fruscio ardito della strada rischiamo di celebrare un Vangelo in provetta. Noi pastori della punta estrema d’Italia? Siamo chiamati ad intonare la stessa melodia che Maria intona da millenni. - Continua - Fratelli, accordiamo i nostri strumenti, che ogni piazza di Calabria inizi ad intonare la stessa melodia di Maria, solo così potremo dire che questa terra ha udito il canto limpido che spacca la storia. Quanto spazio riservano le nostre agende a quegli uomini delle periferie? Se non proteggiamo i profeti finiremo custodi dei superbi. E la superbia conservata diventa muffa sul Vangelo. Meglio rischiare la scomodità che tradire il canto di Maria. Ha rovesciato i potenti dai troni. L’ho capito l’estate del ’96 quando entrando a Brancaccio mi guidava la voce di una donna che aveva pianto troppi funerali. quando si fermo davanti un portone dicendo: “qui il Signore ha rovesciato un trono”, era la casa di don Pino Puglisi. Signore i nostri ragazzi portano nello zaino due mappe incompatibili, quelle delle università che le attende lontano e quelle dei clan che promette denaro che bruciano le mani. Dacci occhi alla Mottola, schiene alla Diana, metti sulle nostre labbra il sorriso alla Puglisi, legaci al fianco un grembiule alla Bello, per lavare piedi polverosi prima ancora che tocchino la terra, dove martelli e incensieri scandiscono lo stesso ritmo. A questo anelano i nostri fedeli, vogliono sorprendersi nel riflesso dei nostri occhi e avere la certezza che dio non ha archiviato il dossier dell’umanità. Custodiamo lo sguardo come un sacramento. Magnificat o mia Calabria del Signore!»

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Seguono i saluti di S.E. Mons. Morrone, presidente della CEC e Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, ricordando come la teologia va nel profondo della realtà ed il ruolo dell’Istituto Teologico è proprio quello di contemplare questa realtà. 

S.E. Mons. Maniago, vicepresidente della CEC e Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, rinnova la gratitudine per la realizzazione sia dell’unificazione dell’Istituto quanto nella realizzazione di questo convegno. Ricorda come lo sguardo sugli ultimi sia sempre il punto di partenza per attuare il Vangelo. Queste giornate di studio credo siano segni di speranza all’interno del cammino giubilare.

Prof. Francesco Asti, preside dalla Pontifica Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, insieme ai saluti, ringrazia il suo Vescovo, il card. Battaglia, per avergli affidato – sottolinea – non un problema, ma una possibilità, quella del rinnovamento degli studi Teologici in Calabria. Questo perché la teologia ha le antenne alzate sui problemi di un dato territorio. La teologia è per il popolo di Dio, non per i preti. Non è formazione di coloro che diventano sacerdoti. Bisogna raggiungere tutti, arrivare a quelli che sono lontani, non solo geograficamente quanto nelle situazioni umane. Questo è l’augurio al pro-direttore e agli studenti e studentesse, essere fermento per le diocesi della Calabria. Don Mario Spinocchio, nel suo augurio “dicono gli uomini che i tempi sono cattivi, diventino buoni e i tempi diventeranno buoni, noi siamo il tempo. questo è l’augurio che porgo ad ognuno di noi. 

Nel suo saluto, Don Michele Munno, pro-direttore dell’ITC, dopo un doveroso pensiero a Papa Francesco, che appena due mesi prima della morte, ha voluto l’erezione dell’unico istituto teologico per la Calabria, riprende l’omelia della prima celebrazione con i cardinali di Papa Leone XIV ed il suo invito a ritornare al primato di Cristo nell’annuncio, la crescita nella collegialità, l’attenzione al sensus fidei; queste giornate di studio di collocano su questa linea. La prima relazione è quella del prof. Cersosimo (docente di economia applicata all'Unical). «Viviamo in un’epoca storica caratterizzata da crescenti disuguaglianze di reddito e di ricchezza tra paesi, all’interno dei paesi, tra gruppi sociali, tra famiglie e individui. La crescita economica dei paesi del Nord del mondo non ha trascinato con sé quella dei paesi a basso reddito del Sud, al contrario, la ricchezza del Nord è avvenuta grazie allo sfruttamento coloniale delle risorse naturali e dei lavoratori del Sud. Un chiaro fallimento della narrazione dominante secondo cui lo sviluppo del Nord sarebbe vantaggioso per tutti in quanto la ricchezza avrebbe coinvolto, per “gocciolamento”, anche i paesi poveri. Ricchi e poveri ci sono sempre stati, ma oggi i ricchi sono più numerosi che in qualsiasi altro momento della storia. Perdipiù, la concentrazione della ricchezza globale sta aumentando: l’1% più ricco possiede oggi il 60% dei titoli finanziari totali; la ricchezza posseduta dalle 3.000 famiglie miliardarie è passata dal 4% dei primi anni novanta al 15% oggi. Nel nostro paese l’1% degli italiani più ricchi è titolare di un patrimonio 84 volte superiore a quello detenuto dal 20% più povero della popolazione»

Quattro piste per organizzare la speranza, ha indicato Mons. Savino: 

• Educare e formare, giovani, laici impegnati, operatori pastorali. Educarli a mettere la faccia, formarci al politicamente scorretto per spezzare le catene della povertà. Rafforzare i laboratori di cittadinanza. 

• Promuovere un’economia solidale, la speranza di organizza attraverso modelli economici alternativi che possano offrire risposte concrete. 

• Recuperare la tradizione del cattolicesimo democratico. Risvegliare la santità politica della nostra terra. Dobbiamo educare la gente ad aver un pensiero e una vita politica.

• Creare reti di fraternità e di impegno. Il cambiamento non si realizza da solo. 

La chiesa in Calabria è straordinaria. Grazie ai laici, ai sacerdoti, per quello che siete e per la vostra testimonianza silenziosa che spesso non riusciamo a comprendere.

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