di ANTONELLA SCALZI
«Grazie a Vincenzo Ciconte per il ruolo svolto in aula e nel gruppo». Così, il democratico Lorenzo Costa sfrutta la seduta del Consiglio comunale per squarciare la retorica dell'unità all'interno del partito. «Si usano due pesi e due misure». Il riferimento è ai guai giudiziari del governatore, il paragone netto a quando sotto i riflettori c'era proprio Ciconte che, per Costa, «avrebbe dovuto essere richiamato in prima linea un attimo dopo aver chiarito la sua posizione».
Così non fu e oggi Lorenzo Costa ha scelto di rompere gli indugi e fare da bastian contrario in un partito che, a pochi mesi dalle elezioni regionali, predica unità e dimostra spaccature. Ma un momento di unità c'è stato. quello tra Costa e Ciconte con l'ormai ex membro del gruppo del Pd che si è detto «commosso» dalle parole di Costa. Ringrazia Costa, ma non fa sconti a Oliverio e apre alla società civile. Una nota di colore, la sua, che sembra sposarsi bene con l'appello lanciato da Carlo tansi nel lanciare la sua candidatura alla presidenza della regione.
Lascia il gruppo del Pd, ma resta saldamente all'opposizione di Abramo e sul Piano del colore, bocciato anche da Roberto Guerriero, chiede una mano tesa alla maggioranza a favore di una pratica che probabilmente andava spiegata meglio. Sullo sfondo il rilancio del Centro e la scelta di Abramo di essere poco presente in aula che Ciconte sembra non condividere affatto.
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