di STEFANIA PAPALEO
Anni di botte e minacce. Un matrimonio divenuto un inferno nonostante la nascita di due bambini che oggi hanno 1 e 4 anni. Violenze commesse anche davanti ai figli in più occasioni. Tutto racchiuso adesso in una dettagliata ordinanza emessa dal gip Piero Agosteo per sottoporre il marito della vittima alla misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare con prescrizione di non avvicinarsi alla persona offesa e ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa, con specifico riferimento alla sua abitazione e a quella dei genitori, con obbligo di mantenere dalla stessa una distanza non inferiore a 500 metri e con applicazione del braccialetto elettronico, oltre al pagamento periodico di 300 euro.
Misura che, tuttavia, è stata già alleggerita allo stesso giudice, con la revoca del braccialetto elettronico così come chiesto dall'avvocato Antonio Ludovico. E' stato quest'ultimo, infatti, ad affiancare l'indagato fin dal primo giorno, nel tentativo di ribaltare le conclusioni accusatorie tratte dal sostituto procuratore Giulia Pantano, sulla cui scrivania ha preso corpo il fascicolo a carico del marito violento per il reato di maltrattamenti in famiglia.
Diversi e numerosi gli episodi ricostruiti dalla parte offesa durante gli interrogatori davanti a carabinieri e magistrato, con dichiarazioni puntuali e attendibili, dalle quali peraltro - a detta di Procura e Gip - non emergerebbe alcun intento calunniatorio da parte della donna che, dal 2019 a oggi, ovvero dal primo giorno di matrimonio, avrebbe evitato più volte di denunciare aggressioni sia fisiche che verbali, salvo finire in Pronto soccorso con escoriazioni che avevano fatto, di volta in volta, insospettire i medici che l'avevano presa in cura. Un tunnel senza uscita, dal quale a salvarla sono stati i suoi familiari nel momento di accoglierla in casa una notte di dicembre del 2024 in cui gli aveva chiesto aiuto dopo essere fuggita dall'ira dal marito che aveva appena finito di prenderla a calci e pugni in un contesto di escalation di violenza.
Da lì la decisione di padre e fratello della donna di rivolgersi alle forze dell'ordine, dando così l'input alle indagini sfociate nell'attuale misura cautelare. A indagato e difensore di fiducia il difficile compito di fornire una diversa versione dei fatti che possa aiutare l'uomo a liberarsi dalla pesante accusa.
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