di VITTORIO PIO
Ottimo successo di pubblico per l'ultima serata del Catanzaro Jazz Fest al Teatro Comunale. Una ventiquattresima edizione che è andata ben oltre le più rosee previsioni, con una platea mediamente consapevole e vogliosa di partecipare ai concerti scelti dal suo direttore artistico Francesco Panaro. Per chiudere un concerto in cui ironia e capacità si sono mescolate al meglio nel quintetto accreditato a Stefano Di Battista e Nicky Nicolai, due fra i nomi più accreditati anche a livello internazionale, che ritornavano in città a distanza di qualche anno. Una coppia consolidata anche nella vita, attorniata in questa occasione da una ritmica pregevole, costituita da Andrea Rea al piano, Daniele Sorrentino al basso e Luigi Del Prete alla batteria, per un concerto swingante e rilassato, elegante e di gusto, a cavallo fra le tante collaborazioni di prestigio condivise in una carriera che ha visto la Nicolai anche sul palco di Sanremo come lavorare assieme a Pasquale Panella, Erri De Luca e Lucio Dalla, tutti ossequiati con citazioni da altri repertori di prestigio, come è stato nel caso di Edoardo De Crescenzo, Mina e Franco Califano.
Note libere e consapevoli, inframezzate ad un repertorio quasi da avanspettacolo, condiviso con un'altra coppia artistica e di vita costituita da Alessia Fortunato e Claudio Marchesano, studenti del gemellato conservatorio Tchaikovsky, con battute e siparietti tali da costituire una seria alternativa al popolare duo televisivo costituito da Stefano Bollani e Valentina Cenni, nella missione di rendere più fruibile la diffusione e la “commestibilità” del genere jazz a un più vasto pubblico. Una musica affrontata ora con vigore, ora in souplesse ed indubbiamente ancora molto godibile all'esame del tempo: la Nicolai canta sempre con mestiere e malizia, Di Battista l'ha assecondata al meglio possibile anche nei confronti delle frecciatine ricorrenti che hanno strappato più di una risata. Più che legittima la soddisfazione di Panaro: “Chiudiamo con un bilancio comunque molto positivo: il festival è senz'altro riuscito, grazia a una programmazione varia e articolata, costituita da grandi concerti, itinerari alla scoperta della città antica e più moderna, presentazioni di dischi e libri, degustazioni di prodotti biologici a km 0 e a valore sociale.
Tante nuove iniziative e qualche servizio innovativo come il trasporto gratuito dei diversamente abili e i crediti formativi concessi agli studenti del Conservatorio Tchaikovsky. Insomma tante novità, molta “carne al fuoco” e nuovi progetti in cantiere per ricominciare a sognare in musica già dai primi giorni del 2025.”
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