
A Stalettì e Soverato le installazioni sul mare diventano bersaglio dei vandali: ma i ragazzi di Windowsea non si arrendono
03 novembre 2025 16:33di FILIPPO COPPOLETTA
C’è un confine sottile tra la delusione e la rabbia, tra la stanchezza e la forza di ricominciare. I ragazzi di Windowsea lo conoscono bene: in due anni, le loro installazioni artistiche sono state vandalizzate per la quindicesima volta. Eppure, nonostante tutto, non hanno mai smesso di ricostruire, di rimettere in piedi — entro 24 o 48 ore — ciò che mani anonime e distruttive avevano buttato giù.
Il loro progetto, nato dalla musica e cresciuto tra arte, ecologia e comunità, è qualcosa di raro: un museo a cielo aperto, gratuito, accessibile e a impatto ambientale zero, che unisce la forza della creatività alla cura e alla bellezza del territorio. Le opere di Windowsea punteggiano gli spazi urbani della provincia di Catanzaro, in particolare a Stalettì e Soverato, trasformando luoghi quotidiani in esperienze collettive, in frammenti di bellezza condivisa.

Ma dietro ognuna di quelle installazione che con uno scatto portiamo sui nostri social, c’è un lavoro enorme: materiali, tempo, risorse economiche. Tutto ciò che questi giovani rimettono in gioco ogni volta, senza risparmiarsi. “Il nostro sogno è creare un museo a cielo aperto che valorizzi il territorio, che faccia nascere nuove realtà e - un giorno, magari - anche posti di lavoro”, spiegano. “Siamo conosciuti per il nostro lavoro, ma questo non dovrebbe mai essere un pretesto per distruggere ciò che stiamo cercando di costruire”.
Una realtà dura: quindici devastazioni in due anni non possono passare inosservate. Perché se è vero che il collettivo non si lascia abbattere, bisogna anche ammette con lucidità che si è dinanzi una situazione insostenibile. I costi di riparazione, di manutenzione e di ricostruzione crescono e per questo Windowsea ha deciso di avviare una raccolta fondi, un modo per chiedere ai cittadini di sentirsi parte di un progetto che appartiene a tutti.

Le amministrazioni locali, finora, hanno offerto sostegno sul piano burocratico e, in alcuni casi, con parte dei materiali. Ora si valuta anche l’installazione di telecamere: una misura di tutela necessaria che non cancella la delusione di chi vede la propria arte trasformarsi troppo spesso in bersaglio.
E allora le parole dei ragazzi risuonano forti, come un manifesto di resistenza: “Questo non è solo vandalismo, è l’attacco a un percorso culturale e sociale costruito con sacrificio, speranza e concretezza. E nonostante tutto, non ci fermeremo davanti all’ennesimo atto ostile”.
Windowsea non vuole apparire esasperata, ma vuole mostrare la realtà. Quella di un gruppo di giovani che crede nella forza della cultura, nella memoria collettiva, nell’emozione che nasce quando l’arte incontra la comunità. Ogni volta che un’opera viene distrutta e poi ricostruita, Windowsea manda un messaggio semplice ma potente: la bellezza non si spegne con la violenza. Anzi, trova proprio lì la sua più autentica forma di rinascita.
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