Catanzaro. La commissione Attività economiche presieduta da Antonio Ursino al fianco di ristoranti e bar

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Antonio Ursino

Ursino a nome di tutti i componenti l’organismo ha evidenziato che "dopo tutto il lavoro e i soldi spesi per adeguare i locali alle disposizioni anti-Covid dalla sera alla mattina il comparto, che comprende tanti lavoratori e rappresenta una delle spine dorsali dell’economia del nostro territorio, ha dovuto cambiare i propri piani e chiudere le proprie attività alle ore 18".

  27 ottobre 2020 13:12

"Massima solidarietà e totale condivisione della protesta contro il Governo nazionale da parte dei gestori di ristoranti e bar di Catanzaro". È quanto ha espresso all’unanimità dei presenti, nella riunione di questa mattina, la commissione Attività economiche presieduta da Antonio Ursino.

“Dopo tutto il lavoro e i soldi spesi per adeguare i locali alle disposizioni anti-Covid – ha detto Ursino a nome di tutti i componenti l’organismo -, dalla sera alla mattina il comparto, che comprende tanti lavoratori e rappresenta una delle spine dorsali dell’economia del nostro territorio, ha dovuto cambiare i propri piani e chiudere le proprie attività alle ore 18. Dopo i danni causati dal lockdown di marzo e aprile, ora la beffa portata dal Dpcm di domenica 25 ottobre, il dodicesimo da quando è iniziata l’emergenza e che rafforza l’idea che del Governo Conte ha il sindaco Abramo: manca di credibilità. Ovvio che tutti speriamo che questi provvedimenti funzionino diminuendo i contagi, e chiaramente auspichiamo che le proteste a Catanzaro avvengano in modo del tutto pacifico. Però non possiamo non ribadire che stiamo al fianco di questa categoria produttiva”.

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Ursino e i consiglieri hanno anche sottolineato: “Invece di penalizzare gravemente i gestori di bar e ristoranti, ai quali aggiungiamo anche quelli delle palestre e i lavoratori dello spettacolo, da Roma avrebbero dovuto rafforzare la Sanità in tutto il territorio in modo concreto. Se avessero agito più che parlare, a quest’ora ci saremmo trovati un sistema sanitario più pronto ad affrontare quello che tutti sapevano sarebbe arrivato, cioè la seconda ondata della pandemia, che viene fatta pagare a caro prezzo ai settori più deboli che costituiscono, tuttavia, un asse fondamentale dell’economia italiana”.

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