di STEFANIA PAPALEO
"Mia mamma mi picchia quando beve". E ancora: "Mi dice bastardo..". In altre pagine del suo diario segreto racconti di schiaffi e lanci di scatole contro di lui. Poi le confidenze ai nonni. Infine, lo sfogo davanti a una psicologa che lo ha sentito in modalità protetta nell'ambito dell'indagine avviata in seguito alla denuncia del nonno unica figura maschile rimasta al suo fianco dopo la morte tragica del giovane padre.
Dunque, tanto quanto è bastato al sostituto procuratore Sarah Cacciaguerra per chiedere e ottenere dal gip Sara Merlini il divieto di avvicinamento per la mamma trentunenne a tutti i luoghi frequentati dal figlio di soli 8 anni, con applicazione del braccialetto elettronico da parte della polizia che ha condotto tutti gli accertamenti dl caso.
A difendere la donna c'è l'avvocato Antonio Ludovico, che sarà chiamato a scendere in campo contro una pesante ricostruzione accusatoria che ruota intorno all'ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia ai danni di un bimbo già provato dalla recente morte del padre e che, da tempo, vedeva la madre solo due volte a settimana, dormendo per il resto della settimana con i nonni. Due giorni che, di volta in volta, si sarebbero trasformati in un incubo per il bambino, che - se le accuse dovessero trovare conferma assoluta - chissà per quanto tempo porterà dentro di lui lo spettro di violenze messe in atto da chi, invece, lo avrebbe dovuto proteggere dal mondo intero.
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