"Recentemente è ritornata in agenda il degrado che è ormai una caratteristica della città governata dal sindaco Abramo, molti cittadini ed associazioni continuano a denunciare il fatto, quello delle piccole attenzioni che sfuggono ai grandi progetti pseudo metropolitani di quanti esercitano l’amministrazione attiva. Non ci è sfuggito nemmeno il continuo incalzare del presidente della commissione Ambiente e Lavori Pubblici, Eugenio Riccio le cui proposte di buon senso, vengono sempre derubricate con paroloni ostili e sterili che ci consegnano come un mantra il perenne degrado cittadino". Lo afferma in una nota Antonio Nisticò, coordinatore cittadino Associazione "I Quartieri".
"Accendere i fari sul degrado di Villa Margherita è un imperativo ed un obbligo per chi vuole bene alla città, l’amo da pesca alla trote, quelle che abboccano sempre dicendo il nulla e girando da anni come una trottola, il cui menabò è sempre lo stesso, il cliché di grandi impegni e di grandi progetti, quelli che fino ad oggi sono e restano la favola di Cavallaro. Altri amici di questa città hanno chiamato in causa il sindaco Abramo, ricordandogli altre esperienze positive racchiuse nella “teoria delle finestre rotte”, anche noi auspicheremmo che questo si possa replicare, nonostante conserviamo grandi dubbi. Già perché ormai da quattro anni a Catanzaro c’è un'altra teoria contraria ed inversa, quella della “sassaiola” quella invisibile dell’inconsistenza politica ed amministrativa della giunta comunale. Sono questi assessori che la applicano, quelli che immaginiamo stancamente seduti a giocare a freccette per impegnare il loro inutile tempo, in attesa del fine mese, giorno di paga"; continua Nisticò.
"Sentire ancora oggi parlare l’assessore Cavallaro di progetti, di impegni di spesa, di finanziamenti, di momenti epocali, di rinascita della città e del recupero anche di Villa Margherita, ci suscita un momento di smarrimento lungo una consiliatura. Le sue parole sono la ripetizione e la riproposizione di finanziamenti mai arrivati o se arrivati non saputi spendere. Quello che resta è evidente, il degrado e la nullità amministrativa. Intanto le papere di Villa Margherita restano al confino nel Parco della Biodiversità, dove prima di morire esuli chiediamo sia dato almeno a loro un visto d’ingresso nella loro dimora storica, per i cittadini ci penserà Cavallaro"; conclude.
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