di FILIPPO COPPOLETTA
Traffico in tilt sulla Statale 106 e nel centro cittadino del capoluogo. Auto parcheggiate nell'area cantiere sul Ponte Morandi e per l'intero perimetro che circonda il distributore di benzina Eni. Fuochi d'artificio e fumogeni nel tragitto tra Crotone e Catanzaro. Migliaia di tifosi in strada, all'una della notte, per attendere il ritorno dei giallorossi. Cori, abbracci, lacrime, bandiere a perdita d'occhio.
La conquista matematica della Serie B non c'è. In nessun caso ci sarà neanche nella prossima giornata e solo se dovesse il destino giocare dalla parte dei giallorossi allora potrebbe esserci in trasferta domenica. Non c'è ancora la promozione ma Catanzaro non ce la fa più. Ha atteso troppo tempo ed ora la gioia e la voglia di far festa è diventata incontenibile.
Lo dimostrano le immagini di ieri sera, quando un solo (prezioso) punto conquistato allo Scida è bastato per far esplodere l'orgoglio giallorosso. Probabilmente la stessa festa ci sarebbe stata anche se il match decretava una sconfitta. L'amore per la squadra catanzarese è ora troppo grande. Lo si leggeva ieri sera negli occhi dei ragazzi che, brandendo le bandiere della curva, cantavano inni che per troppo tempo sono stati intonati da pochi fedeli.
Lo si leggeva nei genitori con i figli sulle spalle che non volevano restare a casa privando gli stessi, seppur ancora troppo piccoli per comprendere l'emozione del momento, di una serata che forse non è storica ma sarà una pagina importante di una storia iniziata nel '29 e che si sta avviando verso l'epilogo di un meraviglioso ed atteso capitolo.
Lo si leggeva anche sui volti della società giallorossa. Nel bomber Pietro Iemmello, il primo a scendere dal bus bloccato sul ponte. Viene scortato prevalentemente dagli stessi ultras. Passando nella folla abbraccia chiunque riconosca. Nei suoi gesti, nei suoi modi di fare, nelle sue parole, nella sua palese emozione, traspare tutto il suo essere catanzarese. E si emoziona anche chi lo abbraccia: sono gli amici di sempre che gioiscono con lui e per lui.
Lo si leggeva in Vivarini a cui non smettono di ripetere «grazie!». Nel Dg Foresti, il cui carisma lo ha reso un vero protagonista di questa storia. In tutti i giocatori che non si sottraggono ai selfie e sui loro profili divulgano lo stupore di un'accoglienza inaspettata.
Dalla gara in casa contro l'Avellino si è infranto quel muro di scaramanzia che impediva a tanti anche solo di ipotizzare una possibile vittoria del campionato prima di avere i numeri dalla propria parte. Insieme ai tifosi, ora si aggiunge nella schiera di coloro che gridano già alla serie cadetta, anche la voce di leggende come Massimo Palanca che, rivolgendosi ad un club giallorosso bolognese, ancor prima della scesa in campo allo Scida, ha affermato di sentire già l'aria di promozione.
È un momento solenne quello che vive il capoluogo di regione e la festa, quella vera, probabilmente ancora non è neanche iniziata.
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