Catanzaro, Olimpio Talarico apre la IV edizione di 'Agorà' all’IS “L. Siciliani -De Nobili”

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images Catanzaro, Olimpio Talarico apre la IV edizione di 'Agorà' all’IS “L. Siciliani -De Nobili”

  30 novembre 2024 17:33

Al via sabato 23 novembre  la quarta edizione della Rassegna letteraria Agorà presso la sede di Via Piave dell’IS “L. Siciliani - Giovanna De Nobili”di Catanzaro rappresentato dalla Dirigente, prof.ssa Filomena Rita Folino. Il titolo scelto quest’anno è “Logos e pathos: intrecci. Le ragioni della passione e la passione per la ragione” che celebra la produzione letteraria calabrese e nazionale che in questi ultimi anni sta vivendo un periodo di straordinaria vitalità. Una sala gremita di studenti delle seconde classi dell’indirizzo scientifico, scienze umane ed economico-sociale, ha avuto l’opportunità di dialogare, nell’ambito del Progetto di istituto con Olimpio Talarico, autore del romanzo “Avrei voluto scriverti cantando”. Lo scrittore costituisce un gradito ritorno per l’istituto, che lo ha ospitato già in una precedente edizione e rappresenta una voce originale e di indubbio valore nel panorama attuale della letteratura italiana di matrice calabrese. Talarico, infatti, insegnante di materie letterarie in un istituto superiore di Bergamo (per il cui grande amore ha recentemente pubblicato, a quattro mani con Angelo Maurizio Mapelli, un’eccellente e originale guida turistica sui generis, Bergamo viva), ma crotonese per nascita e cresciuto nel meraviglioso borgo di Caccuri, è considerato il “poeta di Caccuri”, dal momento che la sua scrittura porta in primo piano, con una maestria sostenuta e alimentata da un profondissimo legame con la terra d’origine, proprio l’amore per il luogo del cuore, per i suoi abitanti, per le loro preziose solitudini, i loro valori, ma anche le mancanze, i silenzi, le chiusure, tutte quelle contraddizioni che ne fanno una terra straordinaria e tragica al tempo stesso, straordinariamente affascinante e rivissuta, nella sua scrittura, attraverso la narrazione della sua geografia, dei colori, dei profumi, del cibo sempre minuziosamente descritto e celebrato.

Quest’ultima fatica letteraria di Talarico, “Avrei voluto scriverti cantando”, ne è la prova. Infatti, anche questo romanzo, al pari di quello che immediatamente lo precede, “Cosa rimane dei nostri amori”, può ben rientrare nel genere cui già quello era stato argutamente ricondotto, il cosiddetto “giallo poetico”, un genere in cui, mentre la trama indubbiamente è quella tipica di un romanzo giallo, ricca di colpi di scena e suspence, la cifra caratteristica della narrazione sta proprio nelle dettagliate e sentite descrizioni, nella caratterizzazione mai banale dei personaggi e nell’atmosfera generale sospesa e arricchita da un linguaggio magistralmente piegato ad accogliere la poesia del reale.

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Snodandosi su due piani temporali differenti – la metà degli cinquanta del ‘900 e l’inizio del ventennio fascista –, il racconto si muove tra il presente e il passato con agilità, narrando una storia d’amore tormentata tra due giovani appartenenti alle famiglie rivali del podestà del luogo e di un fervente attivista comunista, che, come si intuisce, è funestata da lutti, inimicizie, ma anche la storia, declinata al presente, dei rapporti tra un padre e una figlia desiderosa di conoscere i dettagli taciuti di una storia familiare burrascosa e complessa e, parallelamente, porta in primo piano l’immenso legame con l’ambiente, i luoghi, le persone e quello che del passato, pur travagliato, rimane e rende ciò che siamo. Attraversa la trama la grande Storia, con gli eventi salienti del periodo che si intrecciano variamente alla microstoria del paese e dei suoi abitanti.

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Dopo i saluti istituzionali del Dirigente, che, dopo aver ricordato la valenza educativa del progetto di lettura e i motivi che l’hanno condotta a sposarne la causa nel suo primo anno alla guida del neonato IS “L. Siciliani-Giovanna De Nobili”, si è dichiarata orgogliosa di questa edizione, manifestando gratitudine ai docenti Roberto Chiarella e Raimonda Bruno, responsabili dell’organizzazione della rassegna, ai docenti che hanno lavorato con gli studenti e agli studenti stessi, i veri protagonisti dell’incontro. Il  Dirigente ha, infine, salutato e ringraziato l’ospite indirizzandogli parole di riconoscenza e stima. Il professore Chiarella ha, quindi, “salutato” la rassegna con parole augurali e ne ha puntualmente riassunto gli appuntamenti futuri, sottolineando l’altissimo valore di questa edizione. Il prof. Franco Migliaccio, moderatore, ha introdotto l’ospite e proposto minimi spunti di riflessione sull’opera, mentre la prof.ssa Raimonda Bruno ha riferito circa la propria esperienza di lettura del volume con gli studenti e si è soffermata con acume su svariati temi e significati della storia, richiamando l’attenzione dei presenti sul valore educativo del messaggio sotteso alla scrittura di Talarico. Lo scrittore stesso, a sua volta, ha dialogato con gli studenti con la consueta semplicità e schiettezza di un’esperienza personale di vita e di scrittura che può essere considerata di esempio per le giovani generazioni, invitandole a cercare la propria strada attraverso la ricerca di una propria “storia”, del proprio individuale percorso di vita, mai abbattendosi e guardando positivamente al futuro, dando importanza alla parola e alla comunicazione, vere chiavi della crescita personale e della comunità. All’incontro è stato presente anche il professor Pezzoni, Dirigente attualmente in quiescenza negli istituti superiori di Bergamo e amico dello scrittore, il quale ha salutato la platea con parole di stima verso l’autore e di amore per la lettura e per la sua promozione.     

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